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14 Febbraio 2008

Bagno turco e fibrosi cistica

Autore: Eugenio
Domanda

È consigliabile il bagno turco per bimbo di nove anni con fibrosi cistica? Ci sono per caso studi in corso o magari già effettuati?

 

Risposta

“Il bagno a vapore, comunemente chiamato ‘bagno turco’, appartiene alla stessa antichissima tradizione dei bagni purificatori da cui discende anche la sauna. Quando in un ambiente il contenuto di vapore è superiore alla quantità d’acqua presente nell’epidermide, si forma sulla pelle uno strato di umidità che apporta calore al corpo. L’azione contemporanea del vapore e del calore controllato aiuta la circolazione sanguigna e linfatica sciogliendo le tossine e favorendone l’espulsione”. La definizione è tratta da un sito commerciale (www.effe.it) e non siamo in grado di controllarne la base scientifica. Ambienti e attrezzature per bagni turchi si trovano in genere nei centri di benessere ma vi sono anche modalità commerciali per attrezzare al proprio domicilio un locale a vapore caldo. La temperatura di questi bagni è in genere inferiore ai 50 gradi, a differenza della sauna in cui il vapore non è richiesto ma è richiesta invece una temperatura di 80-90 gradi con confortevole livello di umidità (in genere scarsa).

Non ci sono studi sul possibile impiego del bagno turco in persone con fibrosi cistica. Per cui, non possiamo dare al nostro interlocutore una risposta pertinente e scientificamente fondata. Non vi sono nemmeno raccomandazioni o linee guida sull’argomento che aiutino ad individuare una specifica indicazione o controindicazione a questa pratica. Non rimane che qualche breve considerazione di buon senso, del tutto personale.

Il bagno a vapore, come altre pratiche di cura fisica del corpo ( molto diffuse negli istituti termali e nei vari centri di benessere) soddisfano le persone che le attuano in relazione alle loro convinzioni, alle consuetudini igienistiche e sociali e comunque al piacere che esse procurano. Difficile ipotizzare quanto possano trovare indicazione nelle persone malate, ma certamente se la persona malata ne ricava sentimento di benessere, per quella persona la pratica è indicata, fatta salva la sicurezza legata alla pratica stessa. Questo vale anche per una persona con fibrosi cistica. L’unica precauzione andrebbe semmai riposta nel valutare le caratteristiche igieniche del bagno: gli ambienti umidi ospitano facilmente batteri e funghi, che potrebbero avere qualche, seppur limitata, implicazione per il malato FC. Studiosi turchi (in Turchia sono molto diffusi questi bagni, chiamati Hammam) assicurano che negli ambienti da essi analizzati il rischio di contaminazione fungina è molto basso, in causa delle frequenti disinfezioni e della temperatura elevata.(1)

Per il paziente FC, per il quale comunque è sempre altamente raccomandato l’esercizio fisico e lo sport possibilmente all’aria aperta, va considerata eventualmente la possibile perdita di sali con il sudore che fa seguito all’esposizione protratta ad un ambiente molto caldo, prevenibile con apporto supplementare di sale.

1) Goksugur N, et al. Mycological flora of the Hammams, traditional Turkish bath. Mycoses. 2006;49:411-4

 

G. M.


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