Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Colonizzazione cronica da Pseudomonas aeruginosa

14 Marzo 2007

Colonizzazione cronica da Pseudomonas aeruginosa

Autore: Patrizia
Argomenti: Pseudomonas
Domanda

Come faccio a sapere se mia figlia è colonizzata in maniera cronica da Pseudomonas aeruginosa, visto che questo batterio non risulta essere sempre presente nei referti? Fino a poco tempo fa non sapeva espettorare e, avendo imparato solo da pochissimo tempo, non abbiamo ancora un parametro sul suo escreato ma solo su tamponi faringei.

Nel caso di non cronicità accertata, è necessario, a distanza di un anno, eseguire un ciclo endovenoso, definito dai medici “preventivo” anche quando la situazione di quel momento è ottima? Grazie per la risposta.

Risposta

Vi sono diverse definizioni di “colonizzazione cronica” o di “infezione cronica” da Pseudomonas aeruginosa, ma sostanzialmente ci si basa sul concetto dell’isolamento del batterio dalle vie respiratorie, con esami batteriologici ripetuti, per un periodo sufficientemente lungo, di alcuni mesi. La definizione data dalla Società Europea Fibrosi Cistica nel documento di Consensus del 2000 (1) per la “colonizzazione polmonare cronica” è la seguente: “almeno 3 colture batteriche positive nel corso di 6 mesi, con almeno un mese di intervallo tra le singole colture, in assenza di segni o sintomi di infezione/infiammazione”. Per la definizione di “infezione polmonare cronica”, oltre ai dati batteriologici devono esserci segni e sintomi clinici diretti di infiammazione (tosse, espettorato purulento, dati radiologici, eventuale febbre, etc) o segni indiretti (anticorpi anti-Pseudomonas nel siero, test sierologici di infiammazione positivi). Viene accettato anche che la diagnosi di colonizzazione/infezione cronica si possa fare solo sulla base del risultato positivo per almeno due volte della ricerca di anticorpi anti-Pseudomonas nel siero, per i soggetti che non espettorano e presentano colture negative da tampone di gola.

E’ evidente che per il bambino piccolo che non espettora vi sono difficoltà nel definire la situazione, anche perché non tutti i centri praticano la ricerca di anticorpi anti-Pseudomonas. Tuttavia, se per un periodo sufficientemente lungo (6-9 mesi), si trovano ripetute colture positive su tampone di gola, accanto a qualche coltura negativa, è ragionevole pensare a colonizzazione cronica: l’aggiunta di segni clinici o dati radiologici o di laboratorio suggestivi di infiammazione faranno correttamente parlare di “infezione polmonare cronica”. Ricordiamo che per ottenere dalla gola un corretto campione di materiale di probabile provenienza bronchiale alcuni centri adottano alcuni accorgimenti: si fa precedere la raccolta del campione da una generosa seduta di fisioterapia drenante, cercando di provocare la tosse; il campione viene poi raccolto con un sondino sterile inoltrato nella sua punta, per quanto possibile, oltre la gola e aspirando il materiale con una siringa collegata all’altra estremità. Al laboratorio viene inviato il sondino(escludendo la parte manipolata), eventualmente immerso in un tubo di coltura o riposto in un contenitore sterile. E’ importante inoltrare rapidamente il materiale (questo anche nel caso del tampone di gola) al laboratorio, onde evitare che il secreto raccolto si disidrati troppo, ciò che nuocerebbe alla sopravvivenza dei batteri. L’eccessivo ritardo della “semina” nel laboratorio è una frequente causa di falsa negatività.

Circa il ciclo antibiotico endovenoso “preventivo”, dobbiamo dire che vi sono diverse consuetudini e convinzioni nei diversi centri. Nel caso di infezione cronica accertata alcuni centri praticano cicli di antibiotico anti-Pseudomonas, per bocca o per via endovenosa ogni 3-4 mesi, indipendentemente dalle condizioni cliniche, altri (ormai sono i più) attuano aerosol continuativo o a mesi alterni di tobramicina o colimicina, trattando comunque a parte le eventuali esacerbazioni (per bocca o endovena a seconda delle condizioni cliniche e comunque sulla base dell’ultimo antibiogramma). Il ciclo endovenoso è attuato inoltre da alcuni centri nel tentativo di eradicare la prima comparsa di Pseudomonas, quando altri trattamenti per bocca o aerosol non hanno avuto successo. Da quanto detto, emerge come non esista ancora una strategia standardizzata per il trattamento della colonizzazione/infezione da Pseudomonas: non abbiamo ancora studi che ne definiscano correttamente le linee. Al momento ci si regola caso per caso, con il supporto comunque delle esperienze trasmesse, anche se non univoche e sistematiche, dalla letteratura scientifica.

1. Doering G, et al. Antibiotic therapy against Pseudomonas aeruginosa in cystic fibrosis: a European consensus. Eur Respir J. 2000;16:585-597

G.M.


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora