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17 Dicembre 2009

Desensibilizzazione in caso di ipersensibilità ad un antibiotico irrinunciabile

Autore: stefano
Domanda

Buongiorno, se possibile vorrei avere un elenco degli antibiotici utilizzati nei cicli di terapia con le relative controindicazioni. Inoltre, volevo sapere cosa si può fare nel caso in cui un antibiotico provochi delle irritazioni cutanee ma è l’unico che è sensibile in base all’antibiogramma. Grazie

Risposta

Sono parecchi gli antibiotici utilizzati nel trattamento dell’infezione respiratoria in fibrosi cistica, sia per via endovenosa che per bocca o per aerosol. Citiamo tra i più comuni: per Pseudomonas aeruginosa, Ceftazidime, Tobramicina, Imipenem e Meropenem, Aztreonam, Colimicina, Ciprofloxacina, Ofloxacina; per Staphylococcus aureus, alcuni macrolidi (Azitromicina, Claritromicina), Lincomicina, Acido fusidico, Cefaclor; per MRSA, Linezolide e Vancomicina. Per nessuno di questi antibiotici vi sono controindicazioni a priori. Tuttavia il medico curante saprà valutare se nel caso specifico vi siano condizioni legate alla storia del paziente e alla funzionalità dei vari organi (fegato e rene in particolare) che richieda particolare prudenza nella scelta di un determinato antibiotico o nel suo dosaggio. Certamente gli antibiotici, come altri farmaci, specialmente se somministrati a lungo o a ripetizione, possono comportare degli effetti collaterali indesiderati. Si ritiene che un qualche tipo di reazione allergica o comunque di intolleranza agli antibiotici riguardi fino al 30% dei pazienti con fibrosi cistica (1,2). Le reazioni cutanee (prurito, eritemi, papule, edema, etc) sono le più comuni. Quando sia chiara nella storia del paziente una di queste forme di intolleranza, si cerca di ricorrere ad un antibiotico alternativo. Se non vi sono sostanziali alternative si attua una “desensibilizzazione”: cioè, nel giro di 2-3 giorni si somministra al paziente in dosi crescenti quell’antibiotico, con numerose somministrazioni, partendo da dosi infinitesimali, somministrate dapprima con piccola scarificazione cutanea poi con iniezione intradermica, poi sottocutanea, quindi intramuscolare e poi endovenosa, fino a raggiungere il dosaggio pieno di farmaco desiderato. Vi sono vari protocolli di desensibilizzazione, che si sono rivelati in prevalenza efficaci e ben tollerati (1,2,3). La desensibilizzazione, per ragioni di prudenza e di massima sicurezza, va fatta in ambiente ospedaliero e con tutte le precauzioni di protezione per una eventuale reazione importante.

Si vedano su questa tematica su questo sito anche le domande del 10.01.05 (Intolleranza Tobi e Nebicina) e del 19.02.08 (Allergia al Ciproxin)

1. Parmar JS, Nasser S. Antibiotic allergy in cystic fibrosis. Thorax. 2005;60:517-20

2. Burrows JA, et al. Antibiotic desensitization in adults with cystic fibrosis. Respirology. 2003;8:359-64

3. Legere HJ, et al. A safe protocol for rapid desensitization in patients with cystic fibrosis and antibiotic hypersensitivity. J Cyst Fibros. 2009;8:418-24

G.M.


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