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4 Luglio 2005

Differenza tra nebulizzatori ultrasonici e nebulizzatori ad aria compressa

Autore: angelo C
Argomenti: Aerosol
Domanda

Vorrei conoscere la differenza, nell’erogazione dei farmaci, tra nebulizzatore ad ultrasuoni e quelli a pistone tipo “pari” e per quali farmaci è piu’ idoneo l’utilizzo dei nebulizzatori ad ultrasuoni e per quali quelli a pistone.

Risposta

Il vantaggio del nebulizzatore ultrasonico è di poter erogare una quantità di soluzione molto superiore rispetto all’aerosolizzatore ad aria compressa (rispettivamente 1 contro 0.2-0.3 mL/min). Un output molto grande permette anche ad alcuni antibiotici (tobramicina) di raggiungere picchi mediamente maggiori nello sputo rispetto a quanto realizzato dai nebulizzatori ad aria compressa(1). Gli svantaggi del nebulizzatore ultrasonico sono:

1) costi elevati;

2) manutenzione e disinfezione più complesse;

3) produzione di una abbondante condensa di soluzione nei tubi di raccordo, con necessità di utilizzare maggiori quantità di farmaco;

4) inattivazione di alcune molecole, come quelle del Pulmozyme;

5) particelle di aerosol di diametro non inferiore e spesso superiore a quelle prodotte da un buon aerosolizzatore ad aria compressa.

L’impiego del nebulizzatore ultrasonico trova perciò applicazione nell’erogazione di grandi volumi di soluzione fisiologica a scopo mucolitico. Molti pazienti riferiscono una evidente efficacia per quest’ultimo scopo ed utilizzano abitualmente questa modalità di aerosolterapia durante le sedute di fisioterapia per mobilizzare le secrezioni bronchiali. Non sono a conoscenza di recenti ricerche cliniche, che abbiano valutato questa modalità di trattamento “fluidificante” le secrezioni bronchiali.

Per l’erogazione di farmaci vengono ormai usati esclusivamente gli aerosolizzatori ad aria compressa: vi sono ormai numerose ricerche cliniche, che hanno valutato l’efficacia della somministrazione aerosolica di DNase (Pulmozyme), tobramicina (Tobi) e colistina (Colimicina) con questi strumenti per la produzione di aerosol(2). Il mercato si è orientato ad utilizzare quest’ultima modalità di aerosol-terapia: si ottiene una buona percentuale di particelle aerosol con diametro inferiore a 5 micron (quelle più adatte a penetrare nelle parti più periferiche dell’albero bronchiale, ndr) a costi inferiori rispetto ai nebulizzatori ultrasonici.

Sono in corso studi per l’impiego di altri antibiotici (aztreonam) e per valutare altre modalità di aerosol-terapia, che consentano una somministrazione più rapida di farmaco.

1. Chest 1997; 111:955-62

2. N Engl J Med 1999; 340:23-30

Cesare Braggion (Centro CF Verona)


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