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30 Novembre 2009

Dislessia, difetti di linguaggio e concentrazione: farmaci in causa?

Autore: Giulio
Domanda

Salve, sono un paziente FC di 27 anni. Ho letto di recente la risposta su eventuali effetti che hanno i farmaci sul sistema nervoso (in particolare tics) e mi ha fatto sorgere delle domande in proposito. Vorrei sapere se esistono interazioni di farmaci che possano influenzare le capacità di linguaggio e di concentrazione in un soggetto. Parlo della mia esperienza, sono anni che prendo zitromax a giorni alterni, e ho fatto diversi ricoveri in cui mi è stata somministrata colimicina, merrem e nebicina principalmente. Inoltre assumo anche spiriva come broncodilatatore, singulair, omeprazolo e vitamine, ciproxin e bactrim all’occorrenza. Ho raggiunto ottimi risultati a livello culturale e professionale, tuttavia porto con me sempre dei difetti di concentrazione, sintomi da dislessia e spesso difficoltà di linguaggio ed espressione (mi ritrovo spesso a non “trovare” le parole, e come se in certi momenti avessi la “testa vuota”) e non riesco mai a migliorare col tempo!! Questi problemi ovviamente mi portano difficoltà nel raggiungimento dei miei obiettivi, spesso attribuisco la causa al fatto di non avere sempre la mente libera, dato che devo pensare ogni giorno anche a curarmi, organizzarmi con attività e orari, con i soliti alti e bassi delle mie condizioni di salute. Nonostante tutto, raggiungo obiettivi e ottengo soddisfazioni che altre persone, pur non avendo alcun tipo di problema, non riescono ad ottenere. Mi chiedevo se queste difficoltà aggiuntive (possono sembrare superficiali, ma davvero non lo sono!!) possano essere l’effetto anche di alcuni farmaci che ho menzionato (ed eventualmente che non ho menzionato, sarei grato di avere delle indicazioni di farmaci che possano influire in tal senso), e come potrebbero essere risolte. Un’ultima domanda di curiosità: ho sentito dire che esiste una malattia genetica, causata dalla mancanza di una proteina (non ricordo il nome), che causa proprio problemi di linguaggio. Potrebbe essere collegata? Grazie. Giulio.

Risposta

Il quesito fondamentale posto è se i farmaci abitualmente assunti da una persona con fibrosi cistica possano comportare, come effetti collaterali, dislessia, difetti di linguaggio e di concentrazione.

Precisiamo intanto che la “dislessia” (disabilità nella lettura) rientra tra i disturbi specifici di apprendimento, la cui manifestazione principale consiste nella difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce, con ripercussioni anche sulla scrittura, sull’apprendimento logico-matematico, ma anche sul linguaggio e sull’espressione. Il disturbo ha particolare rilevanza nell’età infantile e dello sviluppo più in generale e può avere significative conseguenze sul piano psicologico, sull’apprendimento scolastico e sulla maturazione della personalità. Di questo disturbo si sta profilando una causa genetica: vi sono almeno 4 geni (e, ovviamente, proteine da essi codificate) candidati a spiegare, con le loro mutazioni, questa anomalia, che deriverebbe quindi da precoce alterazione dei meccanismi di sviluppo neurologico (1-2). La difficoltà di concentrazione dovrebbe invece rientrare di più nella sfera puramente psicologica.

La domanda del sito di cui riferisce il nostro interlocutore (21.11.09, Farmaci e tics) affrontava i possibili effetti sull’attività motoria di alcuni farmaci, tics in particolare, indicando che questo tipo di effetti collaterali non interessa in genere i farmaci abitualmente assunti dai malati FC quanto piuttosto i farmaci antiepilettici ed altri orientati direttamente al sistema nervoso. Non ci risulta che i farmaci abitualmente assunti in FC (di cui il nostro interlocutore fornisce lunga lista), abbiano tra gli effetti collaterali noti quelli specificamente relativi ai disturbi qui segnalati (dislessia – se di dislessia si tratta in ciò che viene riferito – difetti di linguaggio e di concentrazione). Anche questi disturbi, come altri di natura prevalentemente psicologica, sono più frequentemente legati agli psicofarmaci (ansiolitici, antidepressivi, sedativi, etc). Pensiamo piuttosto che i disagi lamentati nella domanda vadano ricercati più nella sfera complessiva della persona, per come è fatta, per come vive la malattia, per come gestisce la sua quotidianità. Certamente le cure hanno in questo la loro influenza, ma del tutto improbabilmente come effetto farmacologico specifico farmaco-dipendente.

In questi casi la consulenza di uno psicologo scafato può essere di aiuto, anche per suggerimenti pratici.

1. Gabel LA, et al. Progress tiowards a cellular neurobiology of reading disability. Neurobiol Dis. 2009 Jul 17 (Epub).

2. Petryshen TL, Pauls DL. The genetic of reading disability. Cur Psychiatry Rep. 2009;11:149-55

G.M.


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