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30 Marzo 2007

Glutatione: se non ha controindicazioni perchè non usarlo?

Autore: Valerio
Domanda

Salve, vorrei avere maggiori indicazioni sul glutatione. Sembra che migliori (anche se non ci sono studi approfonditi in materia) le capacita’ polmonari in FC. So di persone che lo usano da anni e sono passati da una FEV1 di poco superiore a 50% a una di 70% e passa. Va bene l’effetto placebo, pero’… Vorrei sapere se ha controindicazioni (sembrerebbe di no, essendo una specie di integratore, se non sbaglio) e perchè non viene proposto (laddove non avesse controindicazioni, al massimo non si ottiene niente). Forse perchè non ci sono dietro particolari interessi economici? Grazie per l’attenzione.

Risposta

Sul glutatione, come farmaco potenzialmente utile nel trattamento anti-ossidante della fibrosi cistica abbiamo pubblicato parecchie note su questo sito: invitiamo a leggerle elencandole di seguito. In Domande e Risposte: Glutatione e fibrosi cistica (11.09.06); Glutatione e medicinali orfani (15.09.06); Glutatione: ha senso uno studio di efficacia terapeutica per somministrazione orale? (23.10.06); Ancora sul glutatione: basi scientifiche di possibili prospettive terapeutiche (27.10.06); Glutatione: come e dove agisce, non ancora pronto per cure CF (8.11.06).

In sostanza si diceva allora che: il glutatione è sostanza normalmente presente in parecchi organi e tessuti; la sua azione anti-ossidante a livello degli epiteli respiratori si attua alla superficie dell’epitelio, fuori delle cellule; in CF la secrezione di glutatione è carente a causa del difetto di CFTR; vi sono preliminari studi pilota per via aerosolica in CF, con risultati di buona tolleranza e tuttavia senza chiara evidenza, per il momento, di sicura efficacia clinica e pertanto non trasferibili a protocolli di cura; di dubbio significato la somministrazione orale con intenti terapeutici; probabilmente più utile l’impiego di un suo precursore, la N-acetilcisteina.

Non vi sono dopo di allora grosse novità. Segnaliamo tuttavia tre pubblicazioni recentissime, che aggiungono qualche informazione utile al bagaglio di conoscenze sul glutatione in CF. Innanzitutto, il report di un convegno di esperti tenutosi nel 2003 a Bethesda (1): si conferma lo scarso adattamento dell’organismo CF all’effetto dannoso delle sostanze ossidanti, che si liberano in gran quantità soprattutto a livello polmonare; si evidenzia la necessità di valutare con accuratezza i possibili benefici dei farmaci antiossidanti, tra cui il glutatione. In uno studio clinico condotto su bambini CF a Vancouver (2) la somministrazione orale di composti di colina (la colina è tra l’altro uno dei tre aminoacidi che compongono la molecola del glucagone) migliora nell’organismo l’equilibrio ossidanti/antiossidanti, compresa la componente legata al glutathione.

Infine, uno studio condotto a Denver (3) su topi dotati di CFTR normale o senza CFTR funzionante, ha visto che la somministrazione orale di una singola dose di glutatione aumentava significativamente i livelli di glutatione sia nel plasma che nei polmoni solo nei topi con CFTR funzionante, lasciando intendere un ruolo importante della proteina CFTR nell’apporto all’organismo di glutatione con la dieta ma anche il limite della somministrazione per bocca di glutatione a persone con CFTR non funzionante.

Il nostro interlocutore solleva peraltro due questioni importanti. La prima è il significato della “conoscenza di casi che hanno avuto miglioramento dal trattamento con glucagone”: questa è una vicenda che nella storia della medicina si è verificata in parecchie condizioni . Quando ci si limita ai casi singoli (“esperienza aneddotica”) e non ad uno studio sistematico, condotto con il rigore necessario alla ricerca clinica (gruppo numericamente sufficiente di trattati contro gruppo di controllo, con assegnazione a caso e in cieco del farmaco o del placebo), è difficile ricavarne indicazioni generali utili per tutti. In altre parole, non si può escludere che quel farmaco possa far bene, ma per decidere se prescriverlo occorre passare alla sperimentazione clinica seria, nell’interesse dei malati. A questa questione si collega l’altra: “perché intanto non prescriverlo, visto che non sembra avere controindicazioni?” In linea di massima, non conviene usare farmaci che non siano passati al vaglio rigoroso della ricerca. Il malato CF assume già molti farmaci e aggiungerne altri di cui ancora poco si conosce non appare ragionevole. Poi, è vero che il glutatione è una sostanza componente normale del nostro organismo (“integratore” lo chiama il nostro interlocutore), ma non tutte le sostanze presenti normalmente nell’organismo si possono assumere in dosi incontrollate: ad esempio alcune vitamine, normalmente presenti, assunte in dose eccessiva sono tossiche. Del glutatione non conosciamo ancora quale potrebbe essere l’eventuale dose terapeuticamente efficace né se dosi eccessive possano avere qualche effetto indesiderato. Infine, circa gli “interessi economici”, è probabile che questo farmaco non attragga molto la grossa industria farmaceutica ad investirvi in formulazioni farmaceutiche e sperimentazioni, ma non è detto che in futuro non possa esservi interesse anche per altre patologie: al momento il glutatione è catalogato tra i farmaci “orfani”, che godono pertanto di facilitazioni amministrative e fiscali per l’eventuale sperimentazione.

1. Cantin AM, et al. Antioxidants in cystic fibrosis. Conclusion from the CF antioxidant workshop, Bethesda, Maryland, November 11-12, 2003. Free Radic Biol Med. 2007;42:15-31.

2. Innis SM, et al. Choline related supplements improve abnormal plasma methionine-homocisteine metabolites and glutathione status in children with cystic fibrosis. Am J Clin Nutr. 2007;85:702-708

3. Kariya C, et al. A role for CFTR in the elevation of glutathione in the lung by oral glutathione administration. Am J Physiol Lung Cell Mol Physiol. 2007Mar 16; Epub ahead of print

G.M.


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