Sei in Home . Informati . Domande e Risposte . Igiene nelle sale di attesa degli studi medici e sterilità degli strumenti diagnostici e terapeutici

26 Aprile 2016

Igiene nelle sale di attesa degli studi medici e sterilità degli strumenti diagnostici e terapeutici

Autore: Dariana
Argomenti: Varie
Domanda

Gentili dottori, vorrei una delucidazione in merito a una visita otorinolaringoiatrica fatta ieri. L’otorino in questione mi ha visitato e ha eseguito anche l’esame endoscopico con laringoscopio flessibile senza che questo venisse sterilizzato davanti a me o venisse pulito in qualche modo o usato nessun componente monouso (guaina). Purtroppo, per l’ansia della visita in sé, non ho chiesto come venisse sterilizzato o quanto meno pulito lo strumento. Mi chiedo adesso, dato che lo studio medico dove sono andata era pieno di persone da visitare, se in qualche modo è possibile aver contratto una qualche malattia infettiva e in particolare sono molto in ansia per queste: Hpv, HCV, HIV. Nel caso affermativo, cosa posso fare per saperlo? Quali esami si possono effettuare e in quali tempi? Inoltre, vorrei sapere se è possibile: quanto tempo questi virus possono resistere in ambiente esterno? Grazie in anticipo per la cortese attenzione.

Risposta

Tutte le strutture mediche, comprese quelle odontoiatriche, hanno l’obbligo professionale di usare materiale sterile per qualsiasi intervento diagnostico o terapeutico sul paziente. Sarebbe inconcepibile che questo non fosse stato rispettato per il solo fatto che la paziente non abbia potuto assistere direttamente alla procedura di sterilizzazione. Tuttavia, le operazioni di sterilizzazione, specialmente quelle che riguardano gli strumenti, richiedono una procedura abbastanza lunga che non può essere fatta istantaneamente davanti al paziente. Richiedono infatti speciali attrezzature per sterilizzazione a gas o autoclave, fatte in ambienti appropriati.
Il problema generale posto dalla domanda è però quello della fiducia che il paziente può avere nei confronti di chi gli eroga prestazioni mediche. Questa fiducia si basa sul fatto che i medici e altri operatori sanitari sono obbligati per codice professionale e per legge a seguire criteri di igiene ambientale e protocolli di disinfezione e sterilizzazione molto rigorosi, che debbono dare sicurezza al paziente quando egli si sottopone alle loro cure. Non si può dire altro.
Circa invece gli ambienti affollati delle sale di attesa degli studi medici, questo rimane un problema non sempre adeguatamente risolto. Il problema del contatto con persone malate che possono trasmettere malattie dovrebbe essere risolto con le visite su appuntamento e con ambienti di attesa ben aereati, con ricambio d’aria molto elevato e possibilmente con più salette di attesa, per creare relativo isolamento.
Tuttavia, le malattie che si possono contrarre in ambienti chiusi carichi di persone riguardano quasi esclusivamente infezioni virali di facile trasmissione attraverso la tosse e le goccioline che ne derivano e che rimangono sospese nell’aria per qualche istante: tipicamente il raffreddore comune e l’influenza, talora anche per qualche infezione batterica. Il problema non si pone per le infezioni virali indicate nella domanda: queste richiedono un contatto molto stretto con la persona infetta. Si tratta di Papillloma virus (HPV), Citomegavirus (HCV) e virus dell’AIDS (HIV). Questi virus si trasmettono prevalentemente attraverso iniezioni con siringhe infette oppure per trasfusioni di sangue infetto o per contatti sessuali, a vario livello, non protetti.

G. M.


Se hai trovato utile questa risposta, sostieni la divulgazione scientifica

Dona ora