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21 Marzo 2011

La diagnosi di fibrosi cistica non assicura automaticamente il diritto al riconoscimento di handicap grave (Legge 104/92)

Autore: Sniper
Argomenti: Assistenza sociale
Domanda

Buonasera, sono un ragazzo affetto da FC laureato da poco e sto cercando lavoro. Anche se vengo spesso contattato da aziende per posizioni riservate alle categorie protette (la mia percentuale è 100%, FC completa con insufficienza pancreatica), ho diverse difficoltà nel garantire condizioni favorevoli alla mia condizione. Prima di cercare lavoro, ho fatto vari tentativi per farmi riconoscere i diritti della legge 104 per poter usufruire delle 2 ore di lavoro in meno al giorno. L’ultima volta mi è stata riconosciuta per 2/3, non consentendomi di usufruire dell’art.3 comma 3 relativo proprio al diritto di queste 2 ore lavorative in meno, per me necessarie per garantirmi le cure quotidiane adeguate (che mi impegnano un tempo effettivo di almeno 4 ore al giorno). Nonostante tanto di certificato redatto appositamente dal centro di cura, di copia di cartella clinica e certificato di invalidità, la commissione dell’ASL non mi ha riconosciuto a tutti gli effetti questo diritto. Come mai queste discrepanze tra le varie ASL,, richiedendo a volte più “tentativi” quando poi spetta di diritto? Per farsela riconoscere c’è bisogno di avere già lo status di lavoratore dipendente? Posso, in alternativa, iniziare ad essere assunto e pretendere i diritti della legge anche se non ce l’ho riconosciuta, scaricando l’onere all’azienda di provvedere a farmela riconoscere? Altrimenti i tempi per la nuova visita richiesta per riconoscimento sarebbero troppo lunghi e perderei la maggior parte delle poche offerte lavorative oggi disponibili e, con tutte le difficoltà che dobbiamo affrontare ogni giorno, avere anche questi intoppi è molto frustrante… Considerando che le aziende cercano invalidi solo sulla carta e che hanno pochi scrupoli, che consigli potete darmi per superare la situazione al più presto, visto che la nuova visita è prevista fra 1 anno per la lentezza delle istituzioni? Grazie mille.

Risposta

Il diritto ad ottenere il riconoscimento di handicap grave dipende da quanto “la gravità della minorazione riduca l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale globale nella sfera individuale o in quella di relazione” (art. 3 comma 3 L 104/92).

La diagnosi di fibrosi cistica – così come il riconoscimento della percentuale massima di invalidità – non assicura automaticamente il diritto a tale riconoscimento, tuttavia non pare vi possano essere dubbi sul fatto che si tratta di una minorazione fisica progressiva, che spesso – in relazione alla gravità della situazione clinica personale – “causa difficoltà di relazione e di integrazione lavorativa, tale da determinare un processo di svantaggio sociale e di emarginazione” e pertanto rientrante pienamente nella definizione di legge.

Ed allora perché – ci si domanda – è così difficile ottenere il riconoscimento di gravità?

La Fibrosi cistica viene spesso definita come “la malattia che non si vede“, nel senso che generalmente non conferisce delle particolari caratteristiche esteriori che rendano riconoscibili i soggetti che ne sono affetti (come invece succede, ad esempio, ai malati che si muovono in carrozzella o alle persone affette da sindrome di Down).

Molto probabilmente è questa sua “particolare caratteristica” a renderla invisibile agli occhi di molti e a rendere pertanto difficile – anche per i componenti di molte Commissioni mediche – comprendere quanto in realtà la necessità di dare priorità assoluta a terapie prolungate, continue e impegnative condizioni la vita delle persone colpite, riducendone pertanto l’autonomia personale, sia in ambito relazionale che lavorativo.

Comprendo l’amarezza del nostro interlocutore, tuttavia non ho né rapide risoluzioni né magici rimedi da offrire. Certamente non occorre preventivamente trovare un lavoro per essere riconosciuti portatori di handicap grave, né d’altra parte si può far ricadere l’onere di tale riconoscimento sull’eventuale datore di lavoro. Si potrebbe presentare ricorso di fronte al giudice ordinario, ma è bene sapere che i tempi delle cause possono essere molto lunghi, ben oltre l’anno previsto per ripresentarsi nuovamente a visita.

Posso solo suggerire ancora una volta – come già sottolineato nella risposta alla domanda del 18.02.2009 “Invalidità e Handicap: normativa“, a cui si rimanda per ulteriori dettagli, di orientare l’impostazione della documentazione fondamentalmente sugli aspetti legati al disagio sociale determinato dalla patologia, piuttosto che sulla riduzione della capacità lavorativa. Potrebbe inoltre essere utile farsi accompagnare da un medico di fiducia, come consentito dalla legge, che possa dirimere eventuali dubbi dei componenti della Commissione Medica direttamente in sede di “visita”.

Assistente Sociale Donatella Fogazza - Centro Regionale Fibrosi Cistica di Palermo


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