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28 Gennaio 2016

La varietà alimentare e lo sviluppo di nuove esperienze con il cibo

Autore: Laura
Domanda

Buongiorno, mio figlio, quasi 6 anni, da un paio d’anni ha un’alimentazione poco varia. L’appetito è buono, ma i pasti sono molto limitati in termini di varietà. Per quanto mi è possibile (a parte quando il bambino pranza alla scuola materna), cerco di non fargli mai mancare pasta, riso (che vuole tassativamente in bianco con olio di oliva), latte, carne bianca, pesce, olive, carote, lupini, spremute di agrumi, zuccheri. Cerco di assecondarlo preparandogli ciò che gli piace, perché mi rendo conto che il momento dei pasti non deve diventare un obbligo (visto quindi con negatività dal bambino) e ho paura di gestirlo male. So che situazione nutrizionale e respiratoria vanno di pari passo nella valutazione di benessere generale e mi chiedo quindi se la poca varietà nell’alimentazione possa giocare a nostro sfavore. Ho fatto presente la mia preoccupazione al centro, ma purtroppo non ho ricevuto supporto, dato che, mi è stato detto, la crescita in termini di percentili è buona. Grazie per l’attenzione.

Risposta

Onestamente, quanto ci viene descritto in questa domanda suggerisce che la varietà alimentare fornita a questo bambino di 6 anni non è poi tanto male. Giustamente, chi ci scrive sottolinea l’importanza di offrire al bambino alimenti di varia natura per assicurare il necessario equilibrio tra principi alimentari. Ciò si ottiene con l’attenzione intelligente che questa madre sembra mettere già in atto, ma anche sollecitando curiosità verso cibi nuovi o anche preparati in modo diverso. Questa curiosità crescerà con l’età, soprattutto se vi sarà contatto e confronto con i compagni di scuola e di gioco e nelle esperienze fuori casa.
La verifica della regolarità di crescita in peso e altezza e del rapporto tra peso e altezza è certamente comunque una buona misura dell’equilibrio nutrizionale complessivo e in questo la rassicurazione del centro di cura è pienamente condivisibile.

G. M.


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