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20 Febbraio 2006

L’aerosol di salina ipertonica può dare broncostruzione

Autore: Giovanni
Domanda

Cari amici, chi scrive è un medico; mio figlio di ventuno anni, affetto da fibrosi cistica, con una pneumopatia senza infezione da Pseudomonas, (ma con infezione da Staphylococcus Aureus e recentemente da Haemophylus parainfluenzae), ha avuto da alcuni mesi un forte aumento dei sintomi respiratori con un’intensa tosse notturna; i parametri spirometrici sono buoni e una recente TAC polmonare ad alta risoluzione non ha mostrato lesioni polmonari focali, ma un atteggiamento bronchiectasico diffuso. Per il peggioramento clinico abbiamo provato gli aerosol di soluzione salina al 7%, con un apparecchio per Aerosol Pari Boy, come descritto sugli articoli citati, e con l’aggiunta di alcune gocce di Salbutamolo (come consigliatoci), ma dopo un giovamento iniziale mio figlio ha avuto forte irritazione bronchiale con un lieve spasmo, per cui abbiamo sospeso la terapia, ma vorremmo riprenderla. E’ possibile riprendere con una concentrazione più bassa, magari 2 – 3%, e poi salire gradualmente al 7%?

Grazie per l’aiuto che ci potrete dare.

Risposta

Le esperienze pubblicate si riferiscono alla salina al 5 o 7% (vedere anche domanda – risposta del 10.02.06 Aerosol di acqua salata ad alta concentrazione). Il rischio di “broncoostruzione” è noto (anche per concentrazioni inferiori di salina) e per tale ragione gli studi hanno proposto di far precedere all’inalazione dell’ipertonica salina la somministrazione di un broncodilatatore. Quest’ultimo farmaco va inalato 5-10 minuti prima: è preferibile lo spray dosato (200-300 microgrammi di salbutamolo, a cui si può associare anche un’altro broncodilatatore spray come l’ipratropio bromuro).

In alcuni pazienti anche il broncodilatatore non basta ad evitare l’effetto broncoirritante (il 7% dei pazienti dello studio australiano hanno dovuto interrompere lo studio).

Occorre pensare allora anche ad altri farmaci “mucolitici” (ad esempio l’rhDNase o Pulmozyme). Credo sia importante discutere con il medico ed il fisioterapista di tutti gli aspetti del trattamento mirato a rimuovere le secrezioni bronchiali (broncodilatazione, mucolisi, tecniche di drenaggio e tempi dedicati). Così come è importante rivalutare il trattamento della pneumopatia nel suo complesso: difficilmente un solo farmaco è vincente, ma ciò che incide sulla malattia polmonare è la combinazione di farmaci mirati a controllare l’infezione, l’infiammazione, anche con le terapie e le tecniche atte a promuovere la mobilizzazione delle secrezioni bronchiali.


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