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11 Settembre 2007

Leishmaniosi, cani e fibrosi cistica

Autore: Anna Maria
Argomenti: Ambiente
Domanda

Ho un cagnolino che si è ammalato di leishmaniosi ed ho un figlio di 22 anni ammalato di FC. Vorrei sapere che pericolo corro con questo cagnolino ammalato in casa. Ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrete darmi.

Risposta

La leishmaniosi è una malattia trasmessa attraverso la puntura del pappatacio, un insetto simile alla zanzara. Il pappatacio colpisce principalmente da maggio a ottobre e preferibilmente dal tramonto all’alba. E’ presente in tutto il mondo, tranne, a quanto pare, in Australia, ma principalmente si trova in aree vicino al mare o nelle zone tropicali. Cresce soprattutto in luoghi umidi e ombrosi, occupati da detriti organici (fogliame del sottobosco, tane di piccoli mammiferi, letame, cumuli di pietre). Le femmine del pappatacio hanno bisogno di nutrirsi di sangue per la maturazione delle loro uova. Pungono animali e uomini, più spesso al crepuscolo, nelle zone glabre della pelle, e si nutrono del sangue che esce dalla ferita. Se il sangue dell’animale è infetto il pappataccio diventa il vettore

della malattia per altri animali o uomini.

Quello che il pappatacio assimila attraverso il suo pasto ematico e poi trasmette nelle successive punture, è il responsabile della malattia, un parassita di piccolissime dimensioni, un protozoo composto di una sola cellula, chiamato appunto Leishmania.

Il nome deriva dal medico William Leishman, che nel 1903 fu tra i primi a contribuire alla conoscenza della malattia, identificando il parassita in un soldato proveniente dall’India (inizialmente la malattia fu chiamata “febbre indiana” o “kalaazar”).

Il pappatacio trasmette la Leishmania ed è il suo “ospite transitorio”: il serbatoio costante, (detto anche “ospite definitivo”) è rappresentato dall’animale (mammifero), in particolare dal cane (soprattutto se randagio) (1,2). Questo, perché il cane, una volta infettato, riesce molto difficilmente a liberarsi del parassita e a guarire, nonostante le cure. Nel cane la Leishmaniosi è una parassitosi che tende a diventare cronica. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi della malattia. Tuttavia sono possibili delle ricadute e per questo in genere si effettuano esami periodici e si somministrano medicinali se i sintomi ricompaiono. I farmaci che hanno maggior successo sono quelli a base di sali di antimonio (un elemento chimico), che sono considerati la terapia d’elezione, ma sono attivi parzialmente anche il metronidazolo (flagyl) e alcuni chinolonici (antibiotici chemioterapici). E’ fondamentale per il successo terapeutico inquadrare il cane in una delle classi della malattia (ve ne sono diverse a seconda del coinvolgimento degli organi) e instaurare una terapia per periodi sufficientemente lunghi da permettere al sistema immunitario del cane di prevalere sul parassita. La prevenzione della malattia, sempre per quanto riguarda il cane, non essendo stato ancora prodotto un vaccino, si esercita attraverso la protezione dagli insetti con collari repellenti e, poichè il pappatacio vive nell’erba e colpisce soprattutto di notte, è meglio non farlo dormire in giardino, a meno che non sia protetto da zanzariere a maglie molto fitte: questo almeno nelle aree geografiche dove la malattia è più diffusa. Le aree geografiche più interessate da casi di Leishmaniosi, sia animale sia umana, in Italia si sono rivelate essere le regioni meridionali, la Liguria, la Toscana (là dove c’è una vegetazione composta dalla “macchia mediterranea”, ad esempio nell’isola d’Elba).

Nel valutare il rischio per le persone che hanno in famiglia un cane affetto da Leishmaniosi è molto importante tenere presente che la Leishmania non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona: per trasmettere la malattia, il parassita, come detto sopra, deve essere “succhiato” da un pappatacio; nel pappatacio compiere una parte del suo ciclo biologico e poi essere iniettato nell’uomo. Il vero rischio quindi è rappresentato dalla puntura di un pappatacio infetto; se si vive in una zona dove la leishmaniosi è endemica (=ha una particolare diffusione locale) bisogna prendere misure preventive particolari anti-pappatacio e anti-insetti in generale.

Di fronte a questa possibilità, la vicinanza o il possesso di un cane infetto comportano un rischio irrisorio (bisognerebbe che si verificasse la circostanza alquanto improbabile che lo stesso pappatacio pungesse il cane infetto, facesse crescere dentro di sé il parassita e poi pungesse il familiare).

Siamo andati a vedere se esistono segnalazioni di casi di Leishmaniosi in malati di fibrosi cistica, ma non ne abbiamo trovate. Quindi, non sappiamo se la Leishmaniosi in un malato di FC avrebbe un decorso particolare o simile ai soggetti che non hanno la FC. La Leishmaniosi nell’uomo (2) si può presentare in varie forme e con diversa gravità (la forma cutanea è la più lieve, le forme muco-cutanee e viscerali possono avere decorso sfavorevole se non trattate). La possibilità di guarigione è maggiore che negli animali (per questo in genere l’uomo è definito “ospite accidentale” della Leishmania, perché riesce a liberarsene). Si può guarire in relazione, oltre che alla diagnosi precoce e alla terapia, alla risposta del sistema immunitario dell’individuo colpito: solo i soggetti con risposta immunitaria adeguata guariscono, in particolare è importante la risposta di cellule difensive di “prima linea” chiamate macrofagi. Nei soggetti affetti da HIV, malattia che provoca immuno-depressione e in particolare alterazione della risposta immunitaria cellulo-mediata, la Leishmaniosi assume un andamento particolarmente grave.

Chi è affetto da FC ha un sistema immunitario dove la risposta antinfiammatoria tende ad essere “esaltata” piuttosto che depressa, quindi la malattia FC non dovrebbe rappresentare una particolare condizione aggravante o predisponente per la Leishmaniosi. Ma certo è che sarebbe in tutti i casi meglio non correre alcun rischio, per cui la prevenzione delle punture da pappatacio resta una misura essenziale (coprire nelle ore notturne le parti del corpo più sprovviste di peli, usare repellenti sul corpo e anche sui vestiti).

1) Mandell G, Bennet J, Dolin R: “Principles and practice of infectious diseases” 6th ed.

Elsevier Churchill Livingstone, 2005

2) http:// it.wikipedia.org/wiki/Leishmaniosi_animale

3) Berman JD “Human leishmaniosis: clinical, diagnostic and chemotherapeutics developments in the last 10 years.” Clin Infect Dis 1997;24: 684-703

G. Borgo


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