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15 Ottobre 2007

Possibile ruolo dei bioflavonoidi nella fibrosi cistica

Autore: alessandra
Domanda

Leggo da più fonti dell’importanza dei flavonoidi nell’azione antiossidante e antinfiammatoria che svolgono sull’organismo e mi chiedevo se non fosse utile per un malato FC assumere un integratore a base di queste sostanze

Risposta

I flavonoidi o bioflavonoidi sono i pigmenti che colorano vivacemente la frutta e la verdura, spesso in abbinamento alla vitamina C. Sono una famiglia numerosa di oltre quattromila sostanze simili la cui forte capacità antiossidante viene sempre più evidenziata dagli studi scientifici. Agiscono sia direttamente sia coadiuvando l’azione di altri antiossidanti quali alcune vitamine e alcuni minerali. Nell’alimentazione si trovano soprattutto nella frutta (mirtilli e lamponi, pompelmo, arance, limoni, uva rossa e nera) e nella verdura (barbabietole, cipolle), oltre che nel tè verde e nella soia.

Una sostanza del gruppo dei flavonoidi, la genisteina, è stata a lungo studiata in vitro nella fibrosi cistica ed è stata recentemente oggetto di studio in un progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione FFC (Progetto FFC 2/2003): si è visto che essa può agire da “potenziatore” della proteina CFTR resa difettosa per effetto della mutazione DF508 o di mutazioni di classe III (come la G551D) che rendono la proteina incapace di assumere energia (processo chiamato “fosforilazione”). La genisteina si lega alla porzione della CFTR denominata NBD1, che è il “dominio” deputato agli scambi energetici che fanno aprire e chiudere il canale del cloro CFTR e su questo determina l’azione di potenziamento (1,2). Quindi, un presupposto scientifico a supporto dell’efficacia particolare dei flavonoidi nella FC è stato trovato.

Degli effetti correttori e potenziatori ddella proteina CFTR DF508 di un altro flavonoide denominato “Equol” è stato riferito alla recente conferenze nord-americana CF (3).

Non sono evidenze definitive, ma certo non è campato per aria affermare che chi ha la FC può trovare vantaggio da un’alimentazione ricca in flavonoidi. Certo dovremmo saperne di più, prima di passare dalla teoria alla pratica: in quali dosi? Con quale frequenza d’assunzione? Per questo diciamo che, essendovi in commercio “integratori” alimentari che li contengono in maniera concentrata, anche questi possono essere d’aiuto, sempre con buon senso. Il bilancio è sempre quello fra il costo e il beneficio: non solo il costo economico, ma anche il costo di aggiungere un altro prodotto alla complessa farmacia del malato FC. Ideale sarebbe poter “misurare” l’efficacia dell’integratore con qualche indicatore dell’andamento della malattia, cioè fare una “sperimentazione clinica”. E questo ci richiama alla speranza, che tutti abbiamo, di veder presto diventare realtà i trial clinici con i nuovi farmaci attivi sulla proteina CFTR.

1) Moran O, Zegarra O et all “A quantitative description of the activation and inhibition of CFTR by potentiators: genistein.” FEBS Letters 2005; 579:3979-83

2) Zegarra-Moran O et all “Functional analysis of mutations in the putative binding site for cystic fibrosis transmembrane conductance regulator potentiators. Interaction between activation and inhibition” J Biol Chem 2007; 282 (12):9098-104

3) Rowe SM, et al. Processing correction and direct activation of DF508 CFTR by the flavonoid Equol in vitro. Proc. 21th North America CF Conference (Anaheim October 3 – 6, 2007) . Pediatr Pulmon; Suppl. 30, 2007, Abstr 276, p. 299.

G. Borgo


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