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29 Aprile 2011

TAC ogni due anni anche in chi sta bene?

Autore: Maddalena
Argomenti: Rx torace
Domanda

Salve sono madre di un bimbo affetto da FC. Nel nostro centro ci hanno fato sapere che potrebbe essere inserita nel protocollo (quindi da fare obbligatoriamente) una tac polmonare ogni due anni indipendentemente dalle condizioni del paziente. Vorrei sapere se all’estero o in Italia sia presente anche questa nuova necessità e la sua motivazione. Grazie

Salve, desidererei sapere se nei protocolli nazionali e internazionali per i pazienti FC è richiesta una tac polmonare ogni due anni. Una tac ogni due anni ha meno radiazioni che una RX fatta ogni anno ? Grazie

Risposta

La Tac del Torace sta diventando un esame routinario sia in Italia che all’estero nei pazienti con fibrosi cistica anche se è un argomento che merita alcune riflessioni. La letteratura scientifica ha dimostrato con vari studi che la Tac del torace è un esame molto sensibile nel trovare danno polmonare sia nel bambino che nel giovane adulto, ovvero permette di quantificarlo e localizzarlo in modo preciso e soprattutto identifica le lesioni polmonari prima dei tests funzionali come la spirometria e delle tradizionali radiografie del torace. E’ ormai noto che sia la radiografia che i test funzionali evidenziano delle alterazioni in fasi più avanzate di danno polmonare. In particolare nei bambini che non hanno sintomi respiratori rilevanti e con una spirometria normale è relativamente frequente trovare dei danni polmonari alla Tac. Quelli più descritti e di cui potrebbe avervi parlato il vostro medico sono le bronchiectasie, gli accumuli di muco, i segni di infiammazione.

Questi dati sono utili allo specialista per monitorare l’andamento della malattia e impostare, sulla base dei reperti trovati, la terapia medica (aerosolica, antiinfiammatoria, antibiotica) e un programma di fisioterapia respiratoria mirate a rallentare la progressione del danno. Quindi se da un lato è riconosciuto da tutti che la Tac è una metodica per identificare il danno polmonare precoce, dall’altro i problemi legati all’esecuzione di questo esame sono: l’esposizione a radiazioni, la necessità di sedare il bambino più piccolo per eseguire l’esame e i costi.

Il problema principale è legato al fatto che si sottopone il paziente a radiazioni ionizzanti che già normalmente esegue frequentemente delle radiografie del torace. Alcuni lavori scientifici hanno valutato qual è il rischio di sottoporsi alla Tac una volta all’anno e si calcolato che aumenta il rischio di neoplasia: 2% a 40 anni e 13% a 65 anni. Altri studi riportano valori in percentuale ridotti della metà rispetto a questi. Eseguendola ogni due anni si dimezzano questi rischi. Cosa fondamentale sono le modalità con cui viene eseguito l’esame: nei vari Centri FC in questi anni, grazie anche ai progressi tecnologici, si stanno mettendo a punto modalità standardizzate di esame con dosi sempre più basse di radiazioni (ridotte di 10 volte in questi ultimi 10 anni) e con una buona qualità di immagine. Nei Centri dove si esegue la Tac la frequenza con cui viene ripetuta è ogni due anni, questo si basa da un lato dalla necessità di monitorare strettamente il quadro polmonare e dall’altro di ridurre al minimo il rischio da radiazioni. In prospettiva inoltre si sta’ sperimentando l’esecuzione di immagini del polmone con la risonanza magnetica che in futuro potrebbero ridurre la necessità di utilizzo della TAC.

Forse per comprendere meglio quello di cui stiamo parlando è utile fare dei confronti: ognuno di noi quotidianamente è infatti esposto alle radiazioni provenienti da sorgenti naturali quali minerali radioattivi e radiazioni cosmiche provenienti dallo spazio. Questa radiazione naturale “di fondo” varia da luogo a luogo del pianeta; ad esempio la media della dose effettiva che un cittadino italiano può ricevere in un anno è di circa 3 mSv (unità misura dose radiante). Anche un semplice volo aereo determina un aumento di dose pari, per esempio per una trasvolata oceanica, a circa 0,03 mSv. La dose a cui viene esposto un paziente nei protocolli internazionali per una Tac polmonare è circa 1 msv, per la radiografia del torace 0,01 msv.

Un altro problema che complica l’esecuzione della Tac è che nei bambini con età inferiore ai 4-5 anni è necessario nella maggior parte dei casi una sedazione in quanto il bambino deve rimanere immobile. Quanto a questo possiamo dire che le Tac più recenti e quelle di ultima generazione permettono l’esecuzione dell’esame da pochi minuti ad alcuni secondi ed elimineranno questa problematica nella maggior parte dei casi.

In conclusione nel monitoraggio della patologia sono importanti sia le indagini funzionali che quelle radiologiche, hanno ruoli diversi e la loro utilità varia con l’età. Sicuramente in epoca pediatrica dove gli studi funzionali sono meno fattibili e meno sensibili la Tac ha un ruolo importante per individuare il danno polmonare precoce e impostare le scelte terapeutiche, anche nel paziente asintomatico e con una spirometria normale. La frequenza di esecuzione dell’esame anche se consigliata dall’esperienza di vari Centri internazionali va ragionata e concordata con i medici del proprio Centro, non esistono ancora evidenze che fare un Tac routinariamente ogni due anni migliora i risultati clinici a lunga distanza. In età adulta, quando il danno polmonare è più avanzato la sensibilità della tac aggiunge poche informazioni agli esami di routine come le prove funzionali e la radiografia del torace, metodiche che rimangono molto utili per monitorare anche nel breve periodo i pazienti.

Tale questione è comunque molto sentita nel mondo della Fibrosi Cistica e per questo si è formato da alcuni mesi all’interno della Società Italiana Fibrosi Cistica un gruppo formato da clinici, radiologi, fisici dei vari Centri Italiani per elaborare delle linee guida che standardizzino le varie indagini diagnostiche da eseguire nel paziente con fibrosi cistica.

Bibliografia:

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Mirco Ros, Servizio di Supporto per la fibrosi Cistica (Ospedale Treviso)


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