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5 Febbraio 2012

Terapia genica FC: superare le barriere opposte dall’epitelio respiratorio al trasferimento del gene CFTR normale.

Autore: luca
Argomenti: Terapia genica
Domanda

Buongiorno, riporto di seguito una notizia apparsa ieri sera (25.01.12), per chiedervi cortesemente delucidazioni.

<Thursday, 26/01/12 ore 09:27 Vita 25/10/02. La prima terapia genica per la fibrosi cistica. Grazie a un detergente naturale e a un virus modificato ottenuti 110 giorni di effetto terapeutico. I ricercatori dell’Ospedale della Mamma e del Bambino di Adelaide, Australia, hanno sviluppato un nuovo protocollo di terapia genica contro la fibrosi cistica, che sfrutta un composto naturalmente presente nelle vie respiratorie per favorire l’ingresso nelle cellule polmonari del gene terapeutico. La fibrosi cistica è una malattia ereditaria che determina gravi malattie dei polmoni in adulti e bambini, in ogni parte del mondo. La malattia colpisce circa un bambino ogni 2.500 nati e solo la metà dei soggetti affetti sopravvive oltre il trentesimo anno d’età. Ostacoli contro la terapia: nel corso dell’evoluzione, i polmoni si sono dotati di sistemi altamente efficienti per proteggere l’organismo dagli allergeni, dalle sostanze irritanti, dalle polveri, dai virus e dalle altre particelle estranee. Ma, secondo il professor David Parsons, uno dei maggiori esperti di pneumologia a livello internazionale, queste difese costituiscono anche un ostacolo per la terapia genica sulle cellule polmonari. “Lavorando su particolari topi-modello affetti da fibrosi cistica Maria Limberis, una dottoranda del nostro laboratorio, è riuscita a mettere a punto un sistema per aggirare facilmente queste difese. Le cellule che si è scelto di utilizzare nello studio sono quelle che rivestono le pareti interne del naso del topo, dal momento che si comportano in modo molto simile a quelle dei polmoni umani, ma sono molto più facilmente accessibili. Ciò ha semplificato molto la messa a punto del protocollo terapeutico”. Un detergente che stimola: esponendo queste cellule ad una singola dose di un detergente naturalmente presente in piccole quantità nei polmoni, è possibile “condizionarle” e spronarle ad assorbire il gene necessario per curare la fibrosi cistica. “I virus sono bravissimi a trasferire il loro materiale genetico all’interno delle cellule. Noi abbiamo sfruttato questa capacità, per trasferire il gene terapeutico. Come mediatore abbiamo scelto il virus dell’HIV di tipo 1 in una forma inattiva e altamente modificata per garantire l’efficace trasferimento del nostro gene. Abbiamo utilizzato questo virus perché l’HIV è uno dei pochi virus esistenti con cui sia possibile ottenere un trasferimento genico stabile a lungo termine”, spiega il professor Parsons. Con questo metodo, i ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che la terapia genica a lungo termine non è un’utopia. Le cellule delle vie aeree non solo assorbono il gene corretto ma compensano anche il difetto legato alla presenza della malattia per un periodo di almeno 110 giorni. I prossimi passi “..dato che le cellule che rivestono le vie respiratorie vengono sostituite ogni tre mesi, quest’evidenza è particolarmente significativa, perché ci dice che il nostro gene è stato assorbito dalle cellule staminali del polmone, le progenitrici indifferenziate che in seguito hanno dato origine a cellule figlie sane. Se il gene fosse entrato solo nelle cellule adulte l’effetto terapeutico sarebbe durato al massimo 90 giorni”, spiega Parsons. Restano da determinare la dose efficace, i tempi di somministrazione del detergente e la sicurezza dell’uso terapeutico del virus HIV-1 modificato nell’uomo. “Lo scorso anno, abbiamo messo a punto una procedura che ha aumentato enormemente la sicurezza con la quale il virus HIV-1 può essere modificato e utilizzato per trasferire geni alle cellule senza causare malattie. Ora, stiamo lavorando per perfezionare ulteriormente questo sistema e meritare la fiducia delle persone che decideranno di partecipare alle fasi di sperimentazione clinica della terapia genica per la fibrosi cistica”, conclude il professor Don Anson, biologo molecolare che ha contribuito a coordinare la ricerca. Contatto: Edna Bates, batese@wch.sa.gov.au”.

E’ una notizia attendibile? Rappresenta davvero un importante passo in avanti? Grazie mille.

Risposta

La pubblicazione a cui si fa riferimento è purtroppo del 2002 (spesso queste notizie riportate sul web sono datate e chi le pubblica nemmeno verifica a quale periodo si riferiscono, ndr)(1)! Da allora il gruppo di Adelaide non ha fatto grandi passi in avanti, del resto la strategia proposta si basa su due pilastri questionabili o che devono essere ulteriormente indagati: 1) l’uso della LPC, un surfattante naturale (una sostanza secreta dalle vie aeree, ndr) che, è vero, aumenta l’efficienza del trasferimento genico nelle vie aeree, ma non si sa ancora con quale meccanismo preciso. Si pensa che disturbi le giunzioni strette tra le cellule epiteliali (ponti che uniscono l’una all’altra le cellule dell’epitelio, ndr), ma così facendo potrebbe permettere ai batteri che proliferano nelle vie aeree FC di raggiungere i tessuti sottostanti l’epitelio e di passare anche nel sangue, con conseguenze disastrose dal punto di vista medico. 2) Il vettore usato è un virus derivato dall’HIV-1. Della sua sicurezza nell’uomo si sa ancora poco, per non parlare in ambito respiratorio. Bisogna avere ulteriori dati biologici e clinici per poter giudicare del suo eventuale uso nei pazienti.

1. Limberis M, Anson DS, Fuller M, Parsons DW. Recovery of airway cystic fibrosis transmembrane conductance regulator function in mice with cystic fibrosis after single-dose lentivirus-mediated gene transfer. Hum Gene Ther. 2002 Nov 1;13(16):1961-70

Prof. Massimo Consee, Dipartimento di Patologia dell’Università di Foggia


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