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22 Aprile 2008

Terapie complementari o alternative per la cura della fibrosi cistica

Autore: Brunica
Domanda

Sempre attenti ad essere a disposizione, rivolgo il seguente quesito: vorrei sapere se a tuttoggi vi sia qualche rimedio alternativo per la cura della FC. Mi riferisco in particolare alla medicina omeopatica. Grazie.

Risposta

Del problema delle terapie complementari o alternative in fibrosi cistica ci siamo già occupati a seguito di due domande del 14.03.08 (Ribes nigrum: proprietà antinfiammatorie?) e del 15.03.08 (Omeopatia e fibrosi cistica), che invitiamo a consultare.

Qui vorremmo aggiungere qualche riflessione tratta da un dibattito recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The Lancet (1-4). In un commento del Dr Goldacre (1) viene rilevato che ben cinque grandi revisioni, condotte con la tecnica cosiddetta di “meta-analisi”, di tutti gli studi clinici condotti con metodologia corretta, su rimedi omeopatici non sono riuscite ad individuare benefici clinici significativi di tali rimedi rispetto al placebo. Eppure, scrive il Dr Goldacre, l’omeopatia può risultare ancora clinicamente utile al paziente. Ma può risultare anche non priva di effetti collaterali. I più rilevanti sarebbero quelli del rischio di abbandonare la medicina ufficiale, specialmente nel caso di malattie serie, o di evitare pratiche di prevenzione di malattie prevenibili, come l’uso di vaccini. Naturalmente, il Dr Goldacre ha ricevuto obiezioni e critiche, con riferimento al grande numero di omeopati che praticano questo tipo di cure alternative con soddisfazione dei malati (2-3)), anche se viene riconosciuto che in questa disciplina occorrerebbe una maggiore regolamentazione: il rischio di un mercato improvvisato e incontrollato (e di redditizia speculazione) è da paventare. Il Dr Goldacre accetta che molti clinici riconoscono un ruolo all’omeopatia e auspica che si facciano degli studi clinici randomizzati e controllati non tanto per provare se un determinato rimedio omeopatico sia superiore al placebo quanto per confrontare la pratica di “frequentare un ambulatorio omeopatico” rispetto a quella di “farsi seguire da un medico che attua la abituale medicina tradizionale” (4). In sostanza ci si chiede se l’utilità di un rimedio omeopatico non sia legata più al rapporto particolare che il malato stabilisce con il medico che lo prescrive che non al rimedio in sé.

Circa la medicina complementare (cioè integrabile con la medicina ufficiale) o alternativa (sostituisce la medicina ufficiale) va ricordato che vi possono essere situazioni anche di alto rischio, come nel caso segnalato recentemente di un paziente FC che ricevette prescrizione di argento colloidale con l’intento di migliorare la detersione del muco bronchiale (5): un rimedio che può avere dannose conseguenze (“argiria”).

1. Goldacre B. Benefits and risks of homoeopathy. Lancet 2007;370:1672-73

2. Ross P. Homoeopathy in the UK. Lancet 2008;371:985

3. Fisher P. Meta-analysis of homoeopathy trials. Lancet 2008;371:985

4. Glodacre B. Meta-analysis of homoeopathy triale. Lancet 2008;371:895

5. Baker ChD, et al. Case report: skin discoloration following administration of colloidal silver in cystic fibrosis. Curr Opin Pediatr 2007;19:733-735

G.M.


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