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13 Maggio 2012

Xbox Kinect: la console senza fili e senza comando per giocare a muoversi in casa

Autore: Vincenzo
Argomenti: Fisioterapia
Domanda

Buongiorno, ho appena letto, tramite il sito http://www.viviwireless.it/, che i centri si stanno fornendo di Xbox Kinect per esercizi costanti di fisioterapia: quanto veramente è consigliato l’utilizzo di questa console e quali giochi eventualmente sono consigliati? Grazie.

Risposta

Per i bambini, gli adolescenti e gli adulti con fibrosi cistica l’attività fisica è fondamentale, anche se rappresenta solo una parte del programma di riabilitazione che essi dovrebbero eseguire quotidianamente.

Gli studi dimostrano che una buona prestazione fisica, oltre a produrre effetti benefici di tipo psicologico e sociale, ha un’influenza anche sulla durata di vita. Sebbene l’attività fisica all’aria aperta e lo sport praticato con i coetanei sia di gran lunga da preferire, l’avere a disposizione dei dispositivi per permettere di mantenere buoni livelli di attività fisica in maniera divertente può essere un aiuto importante, soprattutto durante i ricoveri ospedalieri, i periodi di esacerbazione o nelle fasi di malattia più impegnative, quando i pazienti difficilmente riescono a svolgere attività fuori di casa o più semplicemente quando le condizioni atmosferiche sono proibitive.

E’ importante però sottolineare che non è ancora stato sufficientemente indagato con appropriati studi clinici l’effetto che il tipo e il modo di attività legato a questo strumento informatico, denominato Xbox Kinect può avere nel mantenere o incrementare le capacità di prestazione fisica dei pazienti con fibrosi cistica. Si tratta di un sistema video-programmato tramite console che sollecita la persona che lo usa a compiere vari tipi di movimento più o meno complessi e impegnativi. Non ci sono attualmente a disposizione dati certi per poter affermare quale tipo di “giochi”, tra i molti programmati da questo strumento, siano i più adatti. Inoltre va aggiunto che è altamente consigliabile, come per altre terapie, una valutazione individuale e un conseguente programma personalizzato.

Viene anche il dubbio che, una volta diventato terapia e come tale prescritto, anche il “gioco” possa trovare ostacoli al fine di una adeguata aderenza nel tempo.

Sergio Zuffo, Fisioterapista Servizio di Riabilitazione Funzionale, AOU Meyer, Firenze


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