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5 Gennaio 2018

Disinfezione dell’ambiente domestico. A proposito degli ozonizzatori

Autore: Irene
Domanda

Buongiorno, ho di recente avuto un riscontro di MRSA su escreato, che si è negativizzato dopo un primo ciclo di terapia eradicante (dovrò ovviamente ripetere gli esami nel corso dei mesi). Per coadiuvare la terapia antibiotica e le misure di igiene personale e ambientale suggeritemi dal centro, ho utilizzato un dispositivo di ozonizzazione (già in mio possesso per altre ragioni) per 20 minuti al giorno in ogni stanza della casa e nell’automobile per tutta la durata della terapia eradicante. Ho letto infatti che tali dispositivi vengono utilizzati per una disinfezione più accurata anche in ambiente ospedaliero. Vorrei sapere se esiste qualche studio che ne comprova l’efficacia per l’eliminazione di MRSA e altri patogeni dall’ambiente domestico, e nel caso affermativo se ne è raccomandato l’utilizzo anche sul lungo periodo. Grazie.

Risposta

Gli ozonizzatori sono apparecchi in cui in genere viene prodotto ozono tramite scariche elettriche. L’ozono è una molecola composta da tre atomi di ossigeno (O3) anziché da due (O2), prodotto in natura soprattutto per effetto dei raggi solari (ultravioletti) sull’ossigeno dell’atmosfera. Se ne produce in abbondanza con i fulmini di un temporale e ha un particolare odore pungente. Ha una potente azione distruttiva su batteri, insetti, virus, muffe e anche su sostanze tossiche, per il suo potere ossidante (libera ossigeno nascente). Per tale effetto è largamente impiegato nell’industria per disinfettare acqua, ambienti, prodotti alimentari e altro. Talora viene usato per speciali trattamenti in medicina, ma tale impiego non è ufficialmente accreditato, rimanendo esso nell’ambito della cosiddetta “medicina alternativa”.

L’ozono non è solo tossico per batteri e altro ma può essere tossico per tutti gli organismi viventi, compreso quello umano, in dipendenza dall’intensità e dalla durata dell’esposizione. È spesso usato per la disinfezione degli ambienti ospedalieri, ma questo avviene con molte precauzioni, evitando che nei locali in trattamento vi siano persone e chiudendoli strettamente.

Il mercato offre ozonizzatori per ambienti domestici. Si può dire peraltro che questi strumenti non siano completamente privi di rischi: la presenza di persone nei locali in trattamento ozonizzante può esporre a intossicazione da ozono. Per chi intendesse acquistare tali apparecchi dovrebbe bene accertarsi che abbiano la certificazione di sicurezza: questa indica anche la quantità e la concentrazione di ozono che lo strumento libera nel tempo. Non è comunque immaginabile un uso protratto dell’ozonizzazione ambientale.

In sintesi, l’ozonizzatore è un dispositivo utile che viene impiegato nell’industria e nella medicina, può essere usato a casa se si seguono scrupolose regole di sicurezza, perché l’ozono prodotto è una sostanza tossica. In alte concentrazioni o con inalazione costante, l’ozono può causare lo sviluppo di varie malattie e persino portare ad avvelenamento acuto grave.

Aggiungiamo alcune considerazioni riguardo alla prevenzione di infezioni broncopolmonari in fibrosi cistica.

I batteri (quelli patogeni ovviamente, incluso MRSA) che colonizzano il tratto respiratorio provengono in genere dall’ambiente, non solo quello di casa, ma è praticamente impossibile evitare di venire in contatto con tali batteri. Il problema in questa malattia è che i batteri con potenzialità patogena trovano nel tratto respiratorio della persona con FC un ambiente favorevole alla loro sopravvivenza e al loro sviluppo, con le conseguenze infettive/infiammatorie che conosciamo. È giustissimo creare ambienti di vita igienicamente sani: pulizia soprattutto, ma anche temperatura e umidità adeguate e frequenti ricambi d’aria, molta vita attiva all’aria aperta e, naturalmente, disinfezione degli strumenti terapeutici eventualmente in uso. Per le aree di casa più esposte a inquinamento (bagni in particolare) si può ricorrere a disinfettanti cloro-ossidanti (tipo amuchina). Ma non si può creare la “campana di vetro”, che non risolverebbe il problema di vivere con FC.

G. M.


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