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9 Ottobre 2011

Azitromicina e Micobatteri Non Tubercolari

Autore: Anna Maria
Argomenti: Antibiotici, Batteri, Fagi
Domanda

Vorrei sapere cosa ne pensate voi circa questo studio che riferisce del rischio di contrarre infezione da micobatteri non tubercolari con il trattamento a lungo termine con azitromicina. I riferimenti sono qui sotto ed, in particolare, lo studio in inglese lo potete visualizzare insieme ai grafici nell’indirizzo qui sotto. Studio: http://www.jci.org/articles/view/46095 L’autore dell’articolo: http://www.comunicati-stampa.net/az/az-21666/Ilaria_Ciancaleoni_Bartoli_Bic_Comunicazione. Traduzione: Fibrosi Cistica, l’uso di Azitromicina predispone i pazienti ad infezioni da micobatteri (Autore: Ilaria Ciancaleoni Bartoli, 05 Ott 2011). Vorrei conoscere la vostra opinione in merito. Vi ringrazio come sempre per l’importantissimo servizio che rendete.

Risposta

La domanda riporta per intero la comunicazione pubblicata da Ilaria Ciancaleoni Bartoli relativa ad uno studio recente comparso su The Journal of Clinical Investigation (1). Omettiamo per ovvie ragioni editoriali il lunghissimo testo, che peraltro può essere visionato sul web, come da indicazioni della domanda.

Il problema sollevato parte da uno studio epidemiologico fatto nei pazienti adulti di un Centro FC di Cambridge nel Regno Unito (Papworth Hospital). Esaminando i grafici di quello studio, risulta che il numero di soggetti trattati con azitromicina in quel centro è salito dal 2003 al 2008 da circa il 3% iniziale a circa il 50% nell’anno 2007-2008. In questo periodo sarebbero aumentati i nuovi isolamenti di Micobatteri non tubercolari nei soggetti trattati con azitromicina dal 1% al 5% dei soggetti trattati. Esaminando poi i dati dei pazienti osservati nell’anno 2007-2008 viene riportato che l’infezione pregressa o attuale da micobatteri non tubercolari sarebbe significativamente più frequente nei soggetti trattati con azitromicina rispetto ai non trattati: 2 casi su 110 non trattati contro 12 casi su 74 trattati.

Gli autori inglesi, in collaborazione con laboratori USA hanno quindi testato, lavorando in vitro e su topi da esperimento, l’ipotesi che l’azitromicina in qualche modo potesse compromettere le difese contro i micobatteri non tubercolari. I risultati dello studio dimostrerebbero che l’azitromicina, che abitualmente entra nelle cellule adibite ad un particolare tipo di difesa, i macrofagi, blocca il processo detto di autofagia di queste cellule. Questo processo è una funzione tipica dei macrofagi, che consiste nell’uccidere alcuni batteri che vengono da essi catturati mediante una specie di di autodigestione, chiamata appunto autofagia. I micobatteri non tubercolari troverebbero in questo processo il loro destino di eliminazione. Bloccando l’autofagia, l’azitromicina favorirebbe la sopravvivenza di questi batteri.

I Micobatteri Non Tubercolari (NTM) sono una famiglia di batteri che hanno una qualche parentela con il Micobatterio della tubercolosi: essi non provocano tubercolosi ma possono determinare una infezione polmonare, difficile da trattare, perché sono piuttosto resistenti a molti antibiotici, particolarmente la specie Mycobacterium ascessus. Nella fibrosi cistica, nella situazione di malattia polmonare avanzata, con infezione cronica, si isolano con frequenza sempre maggiore questi batteri, ma non è ancora ben definito quanto essi siano responsabili di aggravamento dell’infezione o siano più semplicemente ospiti di un organo che di per sé ha visto indebolire le proprie difese. Inoltre va detto che un tempo si poneva poca attenzione a questi batteri, che richiedono tecniche particolari per l’isolamento nei campioni di sputo, e quindi è possibile che la loro scarsa frequenza nel passato dipendesse dal fatto che non si cercavano, mentre oggi si cercano di più.

L’azitromicina, si sa, è un antibiotico macrolide, con spiccate proprietà antinfiammatorie, che viene impiegato da anni nei soggetti FC con infezione polmonare cronica da Pseudomonas aeruginosa. Ormai è dimostrato che il trattamento continuativo (3 giorni per settimana) è in grado di rallentare il decadimento funzionale respiratorio in buona parte dei pazienti FC con tale infezione.

L’allarme sollevato da questa pubblicazione merita ovviamente attenzione. Tuttavia, i dati epidemiologici riferiti richiedono di trovare conferme in altri studi: quelli riferiti nella pubblicazione qui commentata non forniscono molte informazioni di dettaglio che consentano di valutare criticamente quanto riportato. Gli studi di laboratorio sono piuttosto interessanti e per certi aspetti convincenti ma, come sempre, anche questi richiedono conferme da parte di altri laboratori. Diciamo questo perché potrebbe non essere definitivamente giustificata la conclusione degli autori che l’uso protratto di azitromicina esponga veramente a maggior rischio di infezione da micobatteri non tubercolari.

1. Renna M, et al. Azithromycin blocks autophagy and may predispose cystic fibrosis patients to mycobacterial infection.

G.M.


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