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10 Gennaio 2009

Che fare in caso di febbre per una persona con FC

Autore: Rosanna
Domanda

Quando ad una persona con fibrosi cistica viene la febbre, in genere cosa si deve fare?

Risposta

La febbre è quasi sempre espressione di infezione/infiammazione a qualche livello. Una persona con FC può presentare, come altre persone senza FC, episodi febbrili più o meno protratti per possibili infezioni/infiammazioni a carico di vari organi. Certamente è ragionevole pensare che la causa più probabile sia una esacerbazione respiratoria, dato che l’apparato respiratorio è in queste persone particolarmente suscettibile all’infezione. Ed è anche ragionevole pensare che, almeno nella stagione invernale, sia in causa prevalentemente un comune virus respiratorio, non obbligatoriamente un virus influenzale. Una infezione acuta da virus respiratorio in FC può manifestarsi inizialmente con i caratteri del raffreddore comune (manifestazioni a carico delle prime vie aeree e dei seni paranasali: starnuti, naso chiuso o colante, mal di gola, mal di testa), ma quasi sempre si innescano ben presto sintomi di esacerbazione a carico delle vie aeree inferiori (tosse, aumento di produzione di sputo, respiro più affannoso) e sintomi generali (malessere, debolezza generale, facile stancabilità, perdita di umore, cefalea, inappetenza, talora disturbi digestivi). Si ritiene peraltro che le infezioni virali contribuiscano a favorire l’aquisizione e la colonizzazione di batteri patogeni (ad esempio Pseudomonas) o a riattivare l’infezione batterica sottostante. La febbre non è obbligatoria in queste esacerbazioni ma se presente è comunque un sintomo importante. Talora la febbre in una persona FC, specie se portatrice di una infezione polmonare cronica avanzata, può essere l’espressione di un risentimento infiammatorio più generale, magari con manifestazioni di dolori ossei, muscolari o articolari o particolari eruzioni cutanee.

Tutto questo per dire che se compare febbre in una persona con FC, conviene essere prudenti e non limitarsi a pensare che “sarà solo un raffreddore” o “una piccola influenza”. E’ ragionevole assumere intanto un antipiretico (tipo paracetamolo) e stare a vedere, ma non troppo a lungo: se persistono febbre e sintomi oltre le 24-48 ore conviene consultare il proprio medico di casa o il centro di riferimento, soprattutto con l’intento di controllare precocemente l’eventuale riaccensione dei batteri da cui si sia eventualmente già colonizzati, che potrebbe richiedere anche l’impiego di un antibiotico mirato a tali batteri.

G.M.


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