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30 Giugno 2008

Come valutare lo stato di insufficienza pancreatica

Autore: Rosi
Argomenti: Enzimi pancreatici
Domanda

Sono la mamma di una bimba FC di 4 anni con ottima crescita che prende estratti pancreatici nel rapporto 1 capsula di creon 10000 ogni 8gr di grassi. Volevo chiedervi se esiste un test per valutare lo stato di insufficienza pancreatica, visto che essa può oscillare da lieve a grave: a mia figlia non è mai stato fatto nessun genere di esame. Vorrei saperne di più anche sul rapporto tra creon da somministrare e grammi di grassi assunti con l’alimentazione: mi riferisco alla formuletta matematica. Grazie anticipatamente

Risposta

Di questo aspetto ci siamo occupati anche nella domanda del 28.08.07 (Documentare la funzione pancreatica prima di introdurre o ridurre gli enzimi pancreatici) e in parecchie altre su questo sito. Qui possiamo ribadire che è sempre indicato testare la funzionalità del pancreas prima di decidere la somministrazione di enzimi pancreatici ad una persona con fibrosi cistica. Sappiamo infatti che una quota di malati non ha insufficienza pancreatica (almeno il 10%) ed in questi gli enzimi pancreatici non hanno alcun senso. Sappiamo anche che alcuni malati hanno il pancreas che funziona nei primi tempi ma in seguito la funzione può lentamente estinguersi. Ci sono varie modalità per conoscere la condizione pancreatica. Le elenchiamo:

– Il test più completo e preciso è quello di raccogliere il succo pancreatico per un certo tempo, con un sondino introdotto per via nasale fino alla prima parte dell’intestino (sondaggio duodenale), dopo iniezione di sostanze che stimolano la secrezione pancreatica: nel succo raccolto si determina la quantità delle sostanze secrete (l’acqua, il bicarbonato, gli enzimi, lipasi, tripsina, chimotripsina, amilasi, elastasi). Questo test oggi viene usato raramente perché piuttosto invasivo e viene riservato a casi particolari o per ricerca.

– La capacità del pancreas a secernere enzimi viene valutata anche, e correttamente, misurando la concentrazione di alcuni di essi su un campione di feci (chimotripsina ed elastasi-1 pancreatica) oppure nel sangue (tripsinogeno o lipasi o amilasi): quando il pancreas ha esaurito la sua funzione, questi enzimi tendono a scomparire sia nelle feci che nel sangue.

– Sul piano pratico la misura più efficace per definire la capacità del pancreas di digerire gli alimenti si basa sulla determinazione quantitativa chimica della perdita di grassi con le feci, raccolte in maniera completa per 72 ore, mantenendo una alimentazione equilibrata stabile, con una sufficiente quota di grassi. Con una alimentazione a normale contenuto di grassi, abitualmente un bambino non perde più di 3-4 grammi di grasso al giorno ed un adulto non più di 5-7 grammi al giorno. Un approccio più preciso, riservato di solito alla ricerca, è il “bilancio alimentare dei grassi”: la raccolta di feci è la stessa, ma essa viene rigorosamente marcata per definire l’intervallo di tempo preciso tra l’inizio di somministrazione dei pasti di prova e la fine, mentre i grassi somministrati sono rigorosamente pesati. Si ottiene con questo esame il “coefficiente di escrezione dei grassi” (la frazione percentuale di grassi perduti con le feci rispetto a quella introdotta). Una misura approssimativa della perdita di grassi con le feci, ma secondo noi poco affidabile, può essere ottenuta con l’esame semiquantitativo detto “steatocrito” su alcuni campioni di feci.

La misura della perdita di grassi con le feci viene praticata per eventuali aggiustamenti della dose di enzimi o per l’integrazione con medicamenti antiacidi nei casi a compenso digestivo problematico. Non esiste una “formuletta matematica” per la dose di enzimi da impiegare nella pratica quotidiana. Diciamo che in genere si considera un corretto dosaggio, almeno iniziale, 8000-10000 unità di lipasi per Kg di peso corporeo al giorno (una capsula di Creon 10.000 contiene circa 10.000 unità di lipasi), suddivise nei pasti in rapporto all’entità di ciascuno di essi. Si considera mediamente anche un apporto corretto quello di 1500-2000 unità per grammo di grasso ingerito (pressappoco quella indicata nella domanda). Ma ogni soggetto ha la sua modalità di risposta alla supplementazione pancreatica, per cui i dosaggi si aggiustano nel tempo. Sconsigliamo di puntare troppo l’attenzione sui grammi di grassi somministrati. L’alimentazione deve essere in genere abbondante ben equilibrata, con pasti regolari (compresi gli spuntini) non disdegnando di condire bene i cibi ( e i condimenti sono in genere ricchi di grassi, e questi forniscono più del doppio di calorie rispetto a carboidrati e proteine per unità di peso ).

G.M.


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