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19 Giugno 2008

Continuano i dilemmi sull’uso terapeutico del glutatione

Autore: benny
Domanda

Carissimi dottori, pochi giorni fa avevo fatto una domanda molto simile anche se più generica sulle nuove terapie per la fc.Adesso, confrontandomi in molti forum con altri pazienti affetti da fc ci siamo ritrovati a discutere in modo quasi polemico sul glutatione…Molti affermano che stanno da anni adoperando questa terapia con risultati ottimi ed evidenti. Io, a dire il vero, sono un po’ scettico anche in base a quanto mi è stato spiegato nella precedente mia domanda…Una volta per tutte vorrei che mi rispondeste in modo chiaro (come sempre fate) ai seguenti punti: 1)E’ possibile che si stia usando questa sostanza già per la fc, visto che, da come ho potuto dedurre, non sono stati ancora completati i trial di sperimentazione clinica? 2)E’ usata all’estero o anche in Italia? 3)E’ usata per la fc o solo per altre patologie? 4) Se è usata e ha veramente questi risultati come mai non si prescrive e non se ne parla in nessun centro? 5)Ha delle controindicazioni per chi la usa senza prescrizione? Un’ ultima domanda: il defunosol era praticamente dato per una imminente sua uscita: funziona? Quando uscirà? Mi scuso fin d’ora per tutti i quesiti ma spesso mi trovo a dover controbattere nei forum…vi chiedo la verità..e la completezza per rispondere a tutti i quesiti. Molte grazie ancora

Risposta

Quello del glutatione è evidentemente un tema che appassiona. In prima battuta ci sentiremmo di dire di dare un’occhiata ai numerosi scritti apparsi su questo sito: usando il motore di ricerca con la parola chiave “Glutatione” se ne possono trovare ameno una dozzina e, mettendoli insieme, essi danno risposta a tutte le domande poste dal nostro interlocutore. Rimandiamo in particolare ad una domanda del 21.02.08: Studi clinici sul glutatione (GSH). In realtà questa sostanza, che è naturalmente prodotta dal nostro organismo, entra in gioco in parecchi processi biologici, ma in particolare essa è implicata nei processi cosiddetti di “ossido-riduzione”, cioè in quei processi che realizzano un equilibrio tra produzione di sostanze ossidanti e loro neutralizzazione. In particolare, nei processi infiammatori si liberano numerosi “radicali liberi dell’ossigeno” che hanno effetti deleteri per le strutture tissutali: nel polmone il glutatione avrebbe un ruolo importante nel “ridurre”, cioè nel neutralizzare l’effetto tossico di tali sostanze. Nella fibrosi cistica, per ragioni ancora non ben chiarite, il glutatione non viene liberato in sufficiente concentrazione alla superficie dell’epitelio respiratorio, sede della sua azione protettiva. E’ questa la ragione per cui si è ipotizzato che la somministrazione aerosolica di glutatione possa avere un significato terapeutico nella malattia polmonare CF. Più dubbio è la somministrazione per bocca possa sortire ad un arricchimento dell’organismo in glutatione e soprattutto che esso possa raggiungere in sufficiente concentrazione le sedi utili alla sua azione. Vi sono pochissimi studi clinici pilota, condotti su pochi casi e in maniera non controllata, che accennano a qualche beneficio, ma non disponiamo ancora di risultati convincenti. Anche recentemente è stato pubblicato un altro piccolo studio osservazionale, non controllato e non randomizzato (1): esso riferisce di risultati significativi ottenuti in un gruppo di 13 pazienti CF di età compresa tra 1 e 27 anni che ricevevano un regime di glutatione ridotto (GSH) sia per bocca che per aerosol, trattati per un totale di circa 5 mesi. Si sarebbe registrato un incremento di funzione respiratoria (FEV1), un miglioramento del peso ed una riduzione di carica batterica di Ps. aeruginosa nello sputo di pazienti all’origine con positività per quel batterio. Purtroppo, anche questo è uno studio che incoraggia trial clinici robusti e controllati ma non può fornire conclusioni utili per l’indicazione clinica. Vi sono tuttavia pazienti che seguono simile regime anche in assenza di precise indicazioni basate su rigorosi studi clinici: vi sono in proposito testimonianze soggettive di vantaggi clinici dal trattamento. Ma nessun centro né in Italia né altrove ha inserito il glutatione nei suoi protocolli terapeutici. Nella storia di questa e di altre malattie, non è nuova la convinzione acquisita da alcuni pazienti che certi trattamenti abbiano sortito individualmente beneficio. Che dire? Questa sostanza sembra essere comunque ben tollerata e ben vengano saggi pilota che incoraggiano studi clinici condotti con rigore scientifico su ampie casistiche: al momento l’unico studio clinico serio (ancora peraltro di fase II, è quello in corso in Germania, di cui abbiamo più volte accennato. Crediamo che una risposta convincente sull’opportunità o meno di introdurre il glutatione nel bagaglio terapeutico FC possa derivare dai risultati di questo studio e ancor più da quelli di uno studio successivo di fase III, se lo studio in corso di fase II avrà dato risultati di efficacia e di sicurezza del farmaco. Al momento non conosciamo altre modalità con cui proporre ai malati farmaci di potenziale utilità ma di non accertata sicurezza ed efficacia. Visca A, et al. Improvement in clinical markers in CF patients using a reduced glutathione regimen: an uncontrolled, observational study. J Cyst Fibrosis. 2008 May 20 (Epub)

G.M.


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