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30 Giugno 2009

I batteri nelle colture di gola possono variare anche a breve nel tempo

Autore: Eleonora
Domanda

Sono la mamma di una bambina di 7 anni affetta da F.C. diagnosticata alla nascita. Un percorso di crescita abbastanza tranquillo; niente germi resistenti ad eccezione di uno Pseudomonas aeruginosa contratto all’età di tre anni ed eradicato con un ciclo di sei mesi di tobi. Nell’ultimo escreato, fatto circa quindici giorni fa, viene riscontrato uno Stafilococco meticillino resistente; gli operatori del centro, visto che la bambina è perfettamente asintomatica, mi consigliano di effettuare un ciclo di dieci giorni di BACTRIM, ma io, in considerazione del fatto che ultimamente vi sono state contaminazioni ed esiti errati negli esami batteriologici, faccio ripetere l’esame prima di iniziare l’antibiotico.

Alla nuova coltura batetrica risulta che lo Stafilococco è scomparso, ma è subentrato Pseudomonas aeruginosa. Quindi sospensione della prima terapia già iniziata da qualche giorno ed immediato inserimento del “nuovo” protocollo con trattamento a base di CIPROXIN e TOBI per un mese. Volevo chiedere la vostra opinione in merito a questo caso, in particolare come può essere possibile che a distanza di una settimana sia scomparso un germe e invece comparso un altro.

Resto in attesa di cortese risposta ringraziando sempre per la disponibilità.

Risposta

La nostra interlocutrice non ci dice con quale modalità è stato raccolto il materiale per la coltura batterica. Poiché ci comunica che la bimba è asintomatica, quindi immaginiamo che non abbia tosse e non espettori, è presumibile che la raccolta del materiale sia stata fatta con tampone di gola o aspirato ipofaringeo. Sappiamo che le colture effettuate a livello di faringe sul pochissimo materiale che si riesce così a raccogliere hanno qualche limite: non sempre sono lo specchio dei batteri che si trovano nelle basse vie aeree e spesso identificano batteri che abitano la cavità orale e non hanno rilevanza patogena (quella che la nostra interlocutrice chiama “contaminazione”). E allora, ci si chiederà, come si fa a decidere se trattare un batterio potenzialmente patogeno magari in assenza si sintomi respiratori? In realtà, l’informazione sui batteri che effettivamente colonizzano l’albero respiratorio e che merita eventualmente trattare dovrebbe derivare dall’insieme delle colture che si vanno facendo periodicamente nel tempo: prima o poi il batterio che merita attenzione emerge. E’ possibile che i batteri che si isolano con questa modalità possano variare nel tempo, anche a breve distanza da una coltura all’altra, proprio perché il cavo orale, incluso quindi il faringe è un habitat propizio ad ospitare una flora variabile. Su questa tematica si veda anche la domanda-risposta del 28.06.07: Tampone di gola o aspirato ipofaringeo per identificare i batteri patogeni del tratto respiratorio in FC.

Ma vediamo ora lo specifico dei batteri indicati nella domanda. Lo Stafilococco aureo, compreso quello meticillino-resistente (MRSA), non è di raro riscontro nelle prime vie aeree di un bambino con FC e, in assenza di sintomi, vi è sempre qualche incertezza se meriti un trattamento: certamente lo Stafilococco aureo è di difficile eradicazione, ma non sempre la sua presenza a livello di faringe sta a significare che vi sia infezione respiratoria da esso causata. In genere un trattamento significativo contro lo Stafilococco viene fatto quando vi sia chiara convinzione che esso è responsabile di una infezione respiratoria in atto. La comparsa di Pseudomonas aeruginosa in faringe invece desta più allarme. E’ vero che può essere una presenza transitoria o intermittente ma tale batterio presente in faringe ha alta probabilità di esserlo anche nelle basse vie aeree, pur in assenza di chiari sintomi respiratori. E, data la convinzione diffusa che convenga ritardare al massimo l’instaurarsi di una infezione cronica da Ps aeruginosa, vi è oggi tendenza a trattare subito questo batterio alla sua prima comparsa, anche nel tampone faringeo o nell’aspirato ipofaringeo.

G.M.


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