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17 Agosto 2022

Orkambi nei bambini di età 12-24 mesi: sicurezza ed efficacia associate a un trattamento di 24 settimane

Dott.ssa Laura Minicucci, clinico FC FFC Ricerca

Orkambi (lumacaftor/ivacaftor) è un farmaco modulatore della proteina CFTR, attualmente autorizzato dagli enti regolatori negli Stati Uniti (FDA) ed Europa (EMA) per i soggetti portatori di due copie della mutazione F508del di età superiore ai 2 anni. Anche in Italia AIFA ha approvato la prescrivibilità e rimborsabilità di Orkambi per la stessa categoria di pazienti.
Sul nostro sito abbiamo dato notizia (qui) di uno studio in cui si descriveva sicurezza ed efficacia di Orkambi nei bambini 2-5 anni per un periodo di osservazione di 120 settimane. Recentemente, sono stati pubblicati sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine (qui) i risultati di un nuovo studio sulla somministrazione del farmaco, in età ancora più precoce (12-24 mesi).

I dati presentati nell’articolo mostrato un profilo di sicurezza di Orkambi accettabile anche se, anche in questa fascia di età, è stata frequente l’osservazione di un alterato metabolismo epatico. Per quanto riguarda l’efficacia, i dati riferiti hanno evidenziato un miglioramento dei valori del test del sudore e dei parametri di funzionalità pancreatica (elastasi fecale, IRT-Tripsinogeno Immunoreattivo e calprotectina fecale) che comunque, quando alterati, sono rimasti mediamente al di fuori dei limiti della norma.
Purtroppo, la mancanza di un gruppo di controllo penalizza i risultati ottenuti dallo studio e limita la possibilità di esprimere una valutazione conclusiva sul rapporto costo/beneficio associato all’uso di Orkambi nei bambini di 12-24 mesi di età.

Per saperne di più
Questo studio osservazionale prospettico senza gruppo di controllo ha coinvolto 46 bambini, di età media 18 mesi. 14 bambini hanno partecipato a una prima fase di valutazione farmacocinetica e farmacodinamica di 15 giorni, in cui è stato somministrato un dosaggio di farmaco sulla base del peso al tempo dello screening neonatale. Il dosaggio estrapolato dai risultati ottenuti è stato poi usato per la seconda parte dello studio, della durata di 24 settimane, che ha avuto come obbiettivo principale verificare la sicurezza del farmaco e come obbiettivo secondario la sua efficacia.

I risultati dello studio
Per quanto riguarda la sicurezza, un bambino su 46 non ha potuto completare il periodo di studio perché ha presentato un episodio di rush cutaneo. 44/46 (= 97%) bambini hanno presentato degli eventi avversi, che sono stati considerati in 18/44 di media gravità e in 2/44 severi. 16/44 eventi avversi sono stati definiti “probabilmente” o “sicuramente” correlati all’uso del farmaco, mentre la restante parte degli episodi sono stati considerati espressione della malattia di base. Tra gli eventi avversi è stata segnalata alterazione degli indici di funzionalità epatica in 8/46 bambini.

Per quanto riguarda l’efficacia, i valori del test del sudore dopo 24 settimane di trattamento col farmaco hanno dimostrato una significativa riduzione della concentrazione di cloro nel sudore (mediamente -29 mmol/l), che è comunque rimasta al di sopra dei valori normali ed è tornata ai valori di partenza dopo due settimane dalla sospensione di Orkambi. I valori degli indici di insufficienza pancreatica (tutti i bambini avevano in partenza valori di elastasi inferiori a 200 μg/g) sono discretamente migliorati pur rimanendo anch’essi mediamente al di sotto della norma.

Conclusioni dello studio
Nel complesso in questa fascia di età il profilo di sicurezza di Orkambi, pur risultando sufficiente, ha confermato il considerevole impatto negativo sul metabolismo epatico già dimostrato in altre età. Questo il dato problematico. Per contro, il farmaco abbassa considerevolmente i valori del cloro sudorale (che però non rientra nei valori normali) e migliora il funzionamento del pancreas, anche se non c’è un recupero pieno. Questi effetti andrebbero però valutati in un arco di tempo più prolungato per capire se rimangono stabili o hanno un andamento ulteriormente migliorativo. E, soprattutto, per capire l’impatto del farmaco sulla malattia polmonare e sulle infezioni respiratorie.

Infine, la mancanza di un gruppo di controllo penalizza i risultati ottenuti. Un discreto numero di partecipanti allo studio ha presentato eventi avversi associati alla malattia di base (tosse, esacerbazioni infettive polmonari, con necessità di ricovero ospedaliero in 3 casi) ma non è possibile dire se questa frequenza sia simile o minore rispetto a quella dei bambini non trattati con Orkambi. Ciò limita molto la possibilità di esprimere una valutazione conclusiva sul rapporto costo/beneficio associato all’uso di Orkambi in questa fascia di età.