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Io odio la fibrosi cistica

perché accorcia l’orizzonte di vita.

Frequentavo l’ospedale perché avevo grossi problemi di bronchi. Non sapevo cosa fosse la fibrosi cistica. Poi ho conosciuto Patrizia, che fa l’infermiera in pneumologia. Attaccava cartelli da tutte le parti. Mi chiedevo cosa fossero. Mi sono informata e ho scoperto che una delle sue figlie ne era affetta e che è una malattia importante. Per questo mi sono sentita in dovere di aiutarla e ho tentato di dare quello che potevo per sostenerla nelle attività di sensibilizzazione e raccolta fondi per la ricerca.

Conosco pazienti di 16, 26, 27 anni. Che prospettiva hanno? Come genitore hai uno di quei timori che ti restano dentro e fatichi ad accettare. Ne ho incontrati di eccezionali, che insegnano ai figli a guardare alla vita con la malattia come fosse normale e a coltivare la speranza.

Si va oltre quello che stiamo facendo attraverso la ricerca. Datevi da fare e collaborate perché le cose che non ci toccano possono essere comunque vicine. È faticosa la strada che porta alla guarigione e ci vuole sempre qualcosa di più.

Nonna Bruna

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