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5 Luglio 2012

Ancora sulle terapie per le mutazioni splicing

Autore: lara
Domanda

Buongiorno, faccio riferimento alla mia domanda precedente, che riporto di seguito per comodità: “con riguardo alla possibilità cui ha accennato Van Goor di prendere in considerazione ivacaftor (Kalydeco) in pazienti con mutazioni di classe V, di splicing, mi chiedevo se analoga possibilità – in linea assolutamente teorica – esiste anche per le mutazioni di splicing di classe I, o se invece sia da escludere. Per queste ultime, in alternativa, potrebbero essere efficaci i farmaci (tipo ataluren) in studio per le mutazioni di classe I di stop? o le pallottole molecolari?” Non sono sicura di aver inteso bene la risposta. Vuol dire, come temo, che per le mutazioni di splicing classe I nulla di quanto è attualmente allo studio (Vertex e pallottole molecolari) può, neppure teoricamente, avere effetto? grazie ancora

Risposta

La risposta cui si riferisce la domanda riproposta si trova su questo sito in “Domande e Risposte” del 26.06.12 Prospettive terapeutiche per le mutazioni di splicing di classe V.

Sintetizziamo:

– Le mutazioni di splicing di classe V sono quelle che consentono la produzione di una certa quota di proteina CFTR normale (dall’1 al 15% del normale): questa quota normale potrebbe essere potenziata dall’impiego di ivacaftor (Kalydeco) e quindi, almeno in parte, compensare il difetto di CFTR.

– Le mutazioni di splicing di classe I sono quelle che non consentono alcuna produzione di CFTR normale: su queste non serve l’ataluren (PTC124), che è stato sperimentato, pur con limitato successo, solo per le mutazioni stop (quelle che interrompono prematuramente la sintesi di CFTR) né vi è ragione di pensare che possa agire su mutazioni splicing.

– Per le mutazioni di splicing di classe I sono allo studio speciali strategie mirate a conferire al meccanismo di splicing (trasferimento del codice genetico dal DNA all’RNA messaggero per la sintesi della proteina), almeno per alcune mutazioni, una condizione più vicina al normale. Ma qui siamo ancora agli studi preliminari in vitro.

G.M.


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