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18 Giugno 2018

Le incerte informazioni sulle mutazioni CFTR che potrebbero indicare l’uso di Symdeko nei malati FC

Autore: Bianca
Domanda

Salve, vi scrivo perchè vorrei avere aggiornamenti se possibile per quanto riguarda Symdeko. Sono una ragazza con mutazioni F508del + G542X: rientro nella lista per poter assumere Symdeko? Pongo questa domanda perché nell’ultimo ricovero che ho fatto (marzo 2018) il mio dottore del centro mi ha detto che ci sarei potenzialmente rientrata per quanto riguardava la genetica, ma che bisognava aspettare per verificare se ci rientravo anche con i parametri richiesti dalla casa farmaceutica. Fatto sta che poco fa sono andata a dare un’occhiata sul sito di Symdeko e mi é apparsa una lista: mi sembra di aver capito, anche se in inglese, che quella é la lista delle mutazioni trattabili con Symdeko. Ma la mia, G542X, non c’é. La domanda è: da marzo ad ora é cambiato qualcosa? Sono state riviste e rivalutate le mutazioni e quindi la mia è esclusa? O ho capito male io dal sito? Potete confermare o smentire ad oggi ciò che mi é stato detto a marzo? Aspetto con ansia una vostra risposta, per me é molto importante, grazie davvero.

Risposta

Il nuovo farmaco Symdeko, composto dal nuovo correttore Tezacaftor (VX-661) e dal potenziatore Ivacaftor (Kalydeco) è approvato per la commercializzazione negli USA, ma non ancora in Europa. L’indicazione all’uso di Symdeko è per i soggetti con due copie della mutazione F508del oppure una copia di F508del accompagnata da una mutazione con funzione residua. Il trial clinico che aveva sperimentato Symdeko in soggetti con F508del e mutazione residua è stato pubblicato nel novembre 2017 (1) e contiene questo elenco di mutazioni a cui è attribuita funzione residua, vale a dire possibilità di sintetizzare una certa quota di proteina CFTR funzionante: 2789+5G→A, 3849+10kbC→T, 3272-26A→G, 711+3A→G, E56K, P67L, E831X, R74W, D110E, D110H, R117C, E193K, L206W, R347H, R352Q, R1070W, A455E, F1074L, D579G, D1152H, S945L, D1270N, S977F, F1052V, K1060T.
Questo elenco è lo stesso fornito dall’azienda Vertex in allegato alla scheda tecnica di Symdeko (nella scheda a queste è aggiunta la mutazione A1067T). Vertex sottoporrà la domanda di approvazione di Symdeko con queste indicazioni all’Agenzia Europea per i medicinali nella seconda metà dell’anno 2018, quindi la procedura è ancora tutta da organizzare e definire.

Comunque, in questa lista non ci risulta sia mai comparsa la mutazione G542X, che è una mutazione di tipo stop che interrompe rapidamente la sintesi della proteina, che viene così degradata. Quindi, purtroppo per chi ci scrive, anche se il farmaco fosse disponibile in Italia, il genotipo F508del/G542X non sarebbe trattabile con Symdeko. Forse nel colloquio con il medico c’è stata un’incomprensione, per cui il nostro consiglio è di riconsultarlo per chiarire il problema.

Osserviamo che in questo momento della ricerca, in cui si susseguono con grande velocità i risultati di sempre nuovi trial clinici, non è sempre facile avere chiare le indicazioni rispetto a questo o quel farmaco. C’è da notare che l’azienda Vertex che conduce la maggior parte di questi trial è rapidissima nel promuovere, superato il vaglio dell’agenzia preposta (FDA), la loro immissione nel mercato USA, in cui sembra apparentemente non esserci nessun problema per quanto riguarda il loro costo esorbitante (anche se i risultati del Registro malattia sulla durata e qualità di vita dei pazienti USA sottolineano come in pratica le cose stiano molto diversamente, con grande numero di malati che abbandonano le terapie). Quando poi questi farmaci devono arrivare in Europa, la corsa viene rallentata e il filtro, imposto anche dal diverso sistema sanitario, diventa molto più alto. Per esempio, il potenziatore Kalydeco negli USA è approvato per ben 38 mutazioni definite “rispondenti al farmaco in base alla clinica e/o ai saggi in vitro” (così come risulta dalla scheda tecnica americana del farmaco), mentre in Italia è approvato per sole 10 mutazioni (solo quelle su cui è stata dimostrata efficacia del Kalydeco in base studi clinici controllati).
Un’altra difficoltà nell’ambito delle informazioni sui nuovi farmaci è data dalla grande velocità con cui sembra sia accettato negli USA il concetto che una mutazione CFTR è trattabile con un nuovo farmaco (potenziatore o correttore che sia), qualora quel farmaco risulti efficace mediante test in vitro, anche se non è stato sperimentato clinicamente da soggetti con quella mutazione. Quindi l’azienda produttrice del farmaco può decidere, attraverso test e prove che restano riservate e non passano attraverso i comunicati ufficiali della comunicazione scientifica, quali sono le mutazioni trattabili. Queste mutazioni possono essere anche diverse da quelle ufficialmente elencate come criteri di inclusione dei pazienti nel trial clinico per quel farmaco.

È vero che la ricerca scientifica sta correndo anche nell’ambito di trovare test e modelli di sperimentazione (in vivo ed ex-vivo) predittivi della risposta clinica (vedi test degli organoidi intestinali) e persegue l’obiettivo, in base a questi, della personalizzazione delle nuove terapie, ma non è arrivata ancora a risultati trasferibili nella pratica clinica come test standardizzati e pienamente sostitutivi della prova nel malato (fa eccezione in questo senso l’Olanda). Perciò questo modo di procedere va visto al momento con qualche riserva da parte del clinico.

Per tutte queste ragioni la nostra raccomandazione ai pazienti è di non fare affidamento per sperare nell’utilizzo di un nuovo farmaco su liste di mutazioni fornite da comunicati vari o rintracciabili attraverso varie vie (soprattutto web); piuttosto è opportuno tenersi molto in contatto con i medici del centro di riferimento, che di queste informazioni debbono essere il vaglio critico.

G. Borgo


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