Ho tre figli in salute. Mi sono avvicinata alla Fondazione perché mi era stato detto che c’era bisogno di volontari per organizzare iniziative di raccolta fondi a sostegno della ricerca sulla fibrosi cistica. Sandra era impegnatissima ed è così che ci siamo conosciute. Suo figlio non l’ho mai incontrato, ma era vivo quando ho iniziato a collaborare.
Sandra è una donna molto forte e coraggiosa. Mi ci sono affezionata. È una storia triste la sua. Mi fa piacere aiutarla. Lei tende a non raccontare cosa facevano con Matteo (il figlio) e risulta difficile comprendere una malattia in cui c’è una persona che dal di fuori sembra nomale, ma dentro…
È stato grazie al film Foreverland, che ha per protagonista un ragazzo con FC, che ho iniziato a capire cosa avessero davvero queste persone e a intuire che anche mia figlia aveva avuto una compagna di classe con questa malattia, benché non fosse mai stato dichiarato. Faceva vita solitaria, spesso era assente e aveva perso un anno per questo. Sapevamo fosse malata, ma nessuno sapeva di cosa. Lo abbiamo capito successivamente. Non faceva vita sociale, la proteggevano dai raffreddori, guai alle influenze, faceva sempre l’aerosol e aveva quell’aspetto che impari a riconoscere e che ha solo chi sviluppa un certo grado di malattia. Non diede la maturità, poi se ne persero le tracce. Se lo avessimo saputo avremmo potuto fare qualcosa di più.
Piera, tre volte mamma
