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30 Giugno 2015

Una diagnosi prenatale in gravidanza avanzata: le difficili previsioni nel caso di un “rischio intermedio”

Autore: Sara
Domanda

Buongiorno, io e il mio compagno ci siamo sottoposti su prescrizione della mia ginecologa al test della fibrosi cistica, effettuato all’ottava settimana di gravidanza naturale. Nel mio caso, la ricerca di mutazione del gene CFTR ha evidenziato la presenza in eterozigosi della mutazione deltaF508; nel caso del mio compagno, il test di primo livello non ha evidenziato la presenza di mutazioni, ma quello di secondo livello, eseguito su consiglio del professore che ha effettuato il prelievo dei villi coriali, ha evidenziato la presenza in eterozigosi delle varianti c.869+18T>A e c.2988+19C>T. Purtroppo tale esito è arrivato dopo quasi due mesi dalla villocentesi (ventunesima settimana di gravidanza). Abbiamo subito effettuato una consulenza genetica, dalla quale è emerso che tali varianti possono trovarsi in trans o in cis e che quindi la probabilità che il feto abbia ereditato sia la mia mutazione che una o entrambe quelle del padre può arrivare fino al 50% senza peraltro prevedere con certezza un eventuale effetto clinico.
Ora con il campione dei villi prelevati stanno indagando se il feto abbia ereditato la mia mutazione deltaF508, mentre non ci diranno nulla in merito alla possibile trasmissione delle varianti del padre. Abbiamo quindi il 50% di possibilità di stare tranquilli ed il 50% di restare con il dubbio.
Volevo capire se davvero nulla si sa in merito alle varianti citate e se la combinazione di queste con la mia mutazione possa far comunque ben sperare che non ci siano gravi implicazioni cliniche, proprio per il fatto che esse sono poco diffuse e note e che non hanno effetti clinici sul mio compagno.

Grazie per la disponibilità.

Risposta

I problemi di interesse generale posti da questa domanda sono i seguenti: una coppia qualsiasi (con rischio generico per fibrosi cistica) viene consigliata di eseguire il test per sapere se sono portatori sani di mutazioni del gene CFTR.  Il risultato è: la donna portatrice sana (DF508), il partner negativo (sembra di capire che sia stato eseguito un test di primo livello).

A quel punto la coppia sa di avere un rischio intermedio per FC: si può stimare intorno a 1 su 400 circa. Si tratta di un rischio che è una via di mezzo fra il rischio elevato della coppia costituita da due portatori (1 su 4) e il rischio molto basso della coppia in cui entrambi sono negativi al test. Il sito contiene molte risposte su questo argomento, rintracciabili scrivendo “rischio intermedio” nel motore di ricerca.

La cosa che deve fare subito la coppia a rischio intermedio è cercare un genetista esperto di FC e avere subito una consulenza genetica. Il genetista deve informare che si può approfondire il test genetico nel partner risultato negativo alla ricerca di mutazioni CFTR eseguendo un test di secondo livello. Questo approfondimento nella maggior parte dei casi dà un risultato rassicurante, poiché abbassa il rischio del soggetto di essere portatore di mutazioni rare e/o non identificate dal test di primo livello. Ma in una certa percentuale di casi può diagnosticare la presenza di varianti del gene che non si sa se innocenti o patogene e questo risultato può rendere impossibile fare previsioni circa il rischio che il feto abbia o non abbia la FC. Inoltre, il genetista deve avvisare che l’approfondimento del test genetico in genere richiede un tempo non breve e fornisce un risultato che arriva in epoca avanzata di gravidanza. Solo se è a conoscenza di tutte queste informazioni la coppia è messa nelle condizioni di scegliere consapevolmente che cosa fare.

Non sappiamo che cosa abbia detto il ginecologo che, al momento di effettuare il prelievo di villo nella gravidanza della coppia (prelievo fatto per quali ragioni? per cercare la mutazione DF508 di origine materna? altro?), ha consigliato un approfondimento del test genetico nel partner. Fatto sta che ora, alla ventunesima settimana di gravidanza, il risultato del padre è arrivato e segnala la presenza di due varianti del gene CFTR: c.869+18T>A e c.2988+19C>T in eterozigosi (una su di una copia del cromosoma 7, l’altra sull’altro).

Abbiamo cercato nella letteratura scientifica e nei database delle mutazioni CFTR e non abbiamo trovato alcuna informazione in proposito. Per questo ci sembra ragionevole pensare che siano varianti innocenti. Per affermarlo sarebbe necessario conoscere meglio i dettagli della risposta del laboratorio.

Importante è sapere che il feto ha il 50% di probabilità di ereditare la mutazione DF508 materna; e il 50% di probabilità di non ereditarla. Se non eredita DF508, il problema è chiuso, cadono tutti i problemi, anche se sull’altro cromosoma 7 (quindi in trans) ci fosse una delle due varianti paterne, dal significato sconosciuto. Se la eredita, nel suo corredo genetico ci sarà una vera mutazione CFTR su di un cromosoma e, sull’altro (quindi sempre in trans), erediterà una delle due varianti del padre. A quel punto sarebbe impossibile fare previsioni.

A favore dell’ipotesi che le due varianti diagnosticate nel padre siano innocenti, c’è il fatto che, essendo diagnosticate in eterozigosi (vale a dire ciascuna su di una sola copia del cromosoma 7), se fossero entrambe patologiche il partner sarebbe affetto da FC. Invece sembra di capire che sta bene. Quindi, il dubbio semmai riguarda una sola delle due, ma, come detto sopra, il laboratorio che ha fornito la risposta dovrebbe aver fornito dettagli utili e in ogni caso quello che può dire un parere competente è un genetista esperto di consulenza genetica FC.

G. Borgo


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