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19 Novembre 2010

Desiderio di gravidanza e ruolo del Centro FC

Autore: Letizia
Argomenti: Gravidanza, Riproduzione
Domanda

Buongiorno, sono una ragazza con fc , io e il mio compagno stiamo cercando un figlio. Per adesso le mie condizioni di salute non sembrerebbero controindicare una gravidanza. Vorrei sapere però se, nel caso le mie condizioni peggiorassero ed io e il mio compagno volessimo ugualmente rischiare e procedere per esempio verso una fecondazione assistita, il centro FC potrebbe impedirmelo? Cioè è necessaria l’autorizzazione del Centro in cui mi curo per affrontare una fecondazione oppure io e il mio compagno siamo liberi di decidere nonostante l’assenza di consenso? So che questa domanda scaturirà molte polemiche, però voglio sapere se una persona FC può procedere ugualmente per propria libertà di scelta oppure se il Centro può impedire tutto questo. Ripeto, non sono in questa situazione ma siccome il desiderio è molto forte voglio sapere anche questa eventualità.

 

Risposta

I medici del centro presso cui una donna FC è assistita non possono esercitare nessun tipo di opposizione od ostacolo rispetto alle decisioni che la paziente e il suo compagno vogliono prendere in tema di riproduzione. Questo, sia quando la decisione fosse per avviare una gravidanza per vie naturali, sia di ottenerla con un fecondazione “in vitro”, sia eventualmente di interromperla. Sono tutte decisioni che spettano solo alla donna e al suo partner. I medici del centro hanno il compito di informare la donna e il partner su tutti gli aspetti della gravidanza, riferendo quello che oggi i dati scientifici permettono di dire: come la si affronta, come viene controllata, come evolve, in quali condizioni cliniche della donna si ritiene rappresenti un rischio per la sua salute e in quali si sa invece essere associata ad un buon andamento sia per la donna che per il bambino, e così via. Queste informazioni vengono date perché la coppia possa decidere con consapevolezza, conoscendo cioè il problema, e però in piena autonomia. I medici del centro possono discutere, approfondire quello che non fosse chiaro, offrire l’aiuto dello psicologo, in particolare nei casi in cui la decisione fosse difficile. Ma non possono decidere al posto delle persone a cui spettano queste decisioni e alla fine hanno il compito di assistere la donna qualunque fosse la sua decisione. Nel caso in cui i medici del centro fossero interpellati dal centro per la fecondazione assistita, sono tenuti a riferire i dati scientifici oggettivi del problema, a riportare i parametri clinici in base ai quali oggi, molto in generale, si può ritenere dal punto di vista medico FC una gravidanza “indicata” o “controindicata”, e dire in quali rientra quella donna. Sarà compito del centro di fecondazione assistita prendere atto delle informazioni fornite da Centro FC, vedere come si integrano con la procedura della fecondazione, discutere con la donna di entambe le questioni. Suggeriamo su questo argomento la lettura della risposta pubblicata si questo sito e citata sotto (1); e dell’articolo, a cui abbiamo collaborato, pubblicato di recente sulla rivista “Orizzonti FC” (2) e che è proprio su questo tema, la libertà della donna di decidere una gravidanza.

Aggiungiamo un’informazione che non è stata chiesta ma che ci sembra importante: si parla di ricorso alla fecondazione assistita nel caso di un peggioramento dell’andamento della malattia. Ci viene il dubbio che si pensi che con la fecondazione assistita sia possibile per la donna FC “evitare” i rischi della gravidanza. La procedura della fecondazione assistita prevede che ci sia la produzione di un embrione “in provetta”, ma il suo successivo immediato impianto in utero. E se l’impianto riesce, la gravidanza si avvia e ha caratteristiche del tutto simili a quella iniziata attraverso un rapporto sessuale. Quindi avrebbe per la donna con FC le stese implicazioni di una gravidanza naturale. La sola pratica per evitare che la donna con FC, dopo una fecondazione assistita, affronti una gravidanza, sarebbe quella dell’utero in affitto, permessa solo in pochi paesi. E non abbiamo capito se per caso l’orientamento fosse questo.

Il nostro suggerimento è di rivolgersi con fiducia ai medici del centro, chiedendo tempo e attenzione per una decisione importante. Non pensarli in partenza come “nemici”, ma alleati nella battaglia, che è contro la malattia FC, non contro le decisioni della persona malata .

1) Domande e Risposte: “Criteri per un buon esito della gravidanza in donne con FC“, 03/09/2010
2) www.sifc.it , Orizzonti FC 2010:6(1), pag 60-69 “Gravidanza a rischio : il caso di M”

 

G. Borgo


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