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13 Gennaio 2015

E’ possibile che il bacio di un bambino con un test del sudore francamente positivo non abbia sapore di sale?

Autore: Diego
Domanda

Mi scuso per la domanda forse un po’ banale e per l’argomento probabilmente già trattato in precedenza. Gradirei sapere se c’è rispondenza scientifica tra il valore positivo del test sudore rilevato a 30 gg di vita (80 /90 mMol/L) e la percezione sensoriale del bacio salato. Soprattutto se l’assenza o la notevole diminuzione di quest’ultima possa legittimare l’ipotesi di una eventuale ripetizione del test in considerazione di presunta produzione di proteina CFTR residua in quantità sufficiente. Tutto ciò in soggetto di tre anni, sufficiente pancreatico e con una mutazione stop G542X e la seconda, cosiddetta “privata”, L137P. Mutazione quest’ultima ancora non precisamente classificata, di cui non si conoscono ancora gli effetti sulla produzione di CFTR e che dai ricercatori che l’hanno individuata anni fa mi pare venga definita come Polimorfismo. Grazie per la disponibilità e per il Vostro grande impegno

Risposta

Abbiamo avuto modo di rispondere due volte su questo sito alle questioni poste su questa mutazione “individuale”, la L137P. Invitiamo a leggere le due risposte: Mutazioni CFTR ultra rare o individuali e difficoltà di studiarne la funzione: a proposito di L137P (domanda del 10.07.14); Variazioni di sequenza nel gene CFTR: vere mutazioni o varianti innocenti (domanda del 15.09.13).

La domanda attuale ci offre peraltro due nuove informazioni sul caso riportato. Si tratta di un soggetto di 3 anni con un genotipo “eterozigote composto” costituito dall’accoppiamento di G542X con L137P, con pancreas sufficiente, che a 30 giorni di vita ha avuto un doppio test del sudore con risultati francamente patologici: 80 e 90 mMol/L di cloro (pensiamo sia questo il risultato, riportato in modo semplificato nella domanda). Dobbiamo dire innanzitutto che se quel test del sudore fatto a 30 giorni aveva raccolto sufficienti quantità di sudore (almeno 75 mg per ciascuna raccolta) i valori riportati sono di significato assolutamente diagnostico a favore di fibrosi cistica ed è improbabile che possano modificarsi di molto nel corso della vita. Dunque quel genotipo (G542X/L137P) è causa di malattia e dunque L137P partecipa alla determinazione dello stato di malattia, assieme alla mutazione G542X, una mutazione stop che blocca la sintesi di CFTR. Se così stanno le cose la L137P deve essere considerata vera mutazione e non “polimorfismo”. Il fatto che a 3 anni il pancreas sia funzionante (accettiamo questa condizione dichiarata, ma la domanda non ci dice peraltro come sia stata documentata recentemente la funzione pancreatica, ed a tre anni è opportuno farlo almeno con determinazione di elastasi-1 su due diversi campioni di feci) depone per una forma cosiddetta “mild” di FC, cioè una condizione in cui il pancreas è sostanzialmente risparmiato, anche se non possiamo predire come evolverà la situazione respiratoria (che in genere, ma non in assoluto, evolve in modo più mite nelle forme “mild”). E ragionevolmente è la mutazione L137P che conferisce al quadro clinico questa caratteristica di “mild”.

Ed ora torniamo sulla questione del bacio che sa di sale. Si vedano in proposito alcune risposte sul sito: Il bacio che sa di sale (Domanda del 04.10.2006) e Il sapore salato della pelle non sempre è sintomo di fibrosi cistica (domanda del 07.11.2012). Nell’attuale domanda però il problema è diverso: perché con un test del sudore francamente positivo il bambino della domanda non offre al bacio il sapore di sale? Questo fa sorgere il dubbio nel genitore che il sapore di sale mancante possa nascondere un livello attuale di cloro nel sudore molto più basso di quello indicato dal test eseguito a 30 giorni di vita. Benchè non abbiamo dati statistici disponibili possiamo immaginare che la pelle del bambino non abbia sapore di sale semplicemente perché il bambino suda troppo poco e quindi vi sia poco sudore da concentrare con l’evaporazione. Ma non possiamo escludere in via assoluta che vi sia stato un errore, anche parziale, nel test del sudore a 30 giorni di vita. L’ipotesi che basse concentrazioni di cloro, molto più basse di quelle indicate dal primitivo test del sudore, siano insufficienti a dare il sapore salato è anche plausibile. Un nuovo test del sudore eseguito in doppio (su due avambracci), con una raccolta di almeno 75 mg di sudore per ciascuna raccolta, aiuterebbe a risolvere la questione, anche se è legittimo dubitare fortemente che il potenziale errore dei 30 giorni (ma anche una variazione sostanziale nel tempo) sia stato così clamoroso da rendere oggi normale o quasi il test.

G. M.


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