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29 Agosto 2009

Quando il test genetico preconcezionale crea più confusione che aiuto

Autore: Roberta
Domanda

Io e mio marito abbiamo fatto il test per rilevare delle mutazioni del gene della fibrosi cistica su indicazione della mia ginecologa. Esiti: per mio marito “omozigosi wild type (genotipo non predisponente)”, per me “eterozigosi dell’allele 5t”. Leggendo e rileggendo le risposte ho compreso di essere portatrice sana e di avere basse probabilità, 1/400, di procreare un bimbo affetto da fibrosi cistica. Alcuni familiari (nonna paterna, zio paterno e mio padre) hanno sofferto e soffrono tuttora di problemi legati all’apparato respiratorio. Preciso che non hanno mai fatto alcun test sulla fibrosi cistica. Tali problemi possono essere blande manifestazioni della fibrosi cistica? Ho una sorella che pensa ad una gravidanza: è assolutamente necessario che anche lei effettui il test? Ringrazio fin d’ora per l’attenzione.

 

Risposta

L’allele 5Tè una variante del gene CFTR (nell’ambito dei cosiddetti “polimorfismi Poly T), non è una mutazione del gene CFTR. Una variante non dà effetti sulla proteina CFTR e quindi non dà sintomi di malattia, mentre una mutazione altera la proteina CFTR e questo può provocare sintomi di malattia se presente in doppia carica (due mutazioni uguali o diverse). Solo il soggetto che ha nel proprio genotipo una mutazione del gene CFTR può essere definito “portatore”, perchè solo la coppia in cui entrambi sono portatori di mutazioni del gene CFTR ha il rischio di avere un bambino malato di fibrosi cistica. Quindi il test preconcezionale fatto allo scopo di identificare le coppie a rischio di avere bambini con FC deve cercare le mutazioni del gene CFTR, non le varianti.

Il nostro parere è che è assurdo comunicare ad una persona della popolazione generale (cioè senza famigliarità per FC) che è portatrice di una variante del gene CFTR. Il 5% degli individui della popolazione generale hanno la variante 5T nel loro genotipo e per questo non sono individui che hanno più rischio di altri (nè 1/400 nè altro) di avere un bambino con FC. In sostanza non possono essere definiti “portatori”.

Chi si sottopone al test per il portatore non deve ritrovarsi con risposte che danno l’avvio a problemi su caratteristiche genetiche che sono innocenti. E’ come voler far prendere una medicina a chi non è malato. Ci vorrebbe un accordo nel mondo scientifico e sanitario per stabilire di non inserire l’allele 5T nel pannello di mutazioni che si usano in prima battuta per il test del portatore. Questo accordo ancora manca; ne derivano cattive pratiche, spesso riportate e criticate su questo sito (1,2), che vanno a scapito del benessere delle persone comuni.

L’allele 5T va ricercato solo in situazioni particolari, perchè solo in situazioni particolari può avere qualche rilevanza. Tali condizioni sono due: bisogna che lo stesso individuo che ha la variante 5T abbia anche un’altra variante chiamata allele TGm 12 o maggiore di 12; e bisogna che il suo partner sia portatore di una vera mutazione del gene CFTR. Se ci sono queste due condizioni la coppia ha uncerto rischio di avere un bambino con una forma di fibrosi cistica “atipica”, cioè con sintomi in genere lievi e andamento non peggiorativo nel tempo, diversamente dalla fibrosi cistica classica.

Nella coppia della domanda, il partner non è risultato portatore di nessuna mutazione e non sappiamo se l’allele 5T sia accompagnato dall’allele TGm>12. Quindi questa coppia non può essere considerata con un rischio particolare di avere bambini con fibrosi cistica.

Riguardo alle altre domande poste:

Dal momento che è scorretto definire una persona “portatrice ” dell’allele 5T, perchè questa condizione non è rara e non comporta un rischio aumentato di avere figli con FC, i parenti di questa persona (sorelle, fratelli, zii, cugini) non debbono fare indagini per cercare l’allele 5T.

Ci sembra molto improbabile che i problemi respiratori presenti nei famigliari abbiano una qualche relazione con la presenza dell’allele 5T in famiglia. Comunque, questi disturbi vanno riferiti nei dettagli al genetista esperto che potrà dare una valutazione più precisa .

Sempre con il genetista si può discutere se a questo punto la persona che sa di avere la variante 5T vuole andare avanti con le indagini e sapere se questa variante è accompagnata anche dalla variante TG m>12 , per propria conoscenza personale e non ai fini di evitare rischi particolari.

Quando la medicina solleva problemi inutili, spesso offre anche la possibilità di “approfondimenti” per chiarire. Ma il fatto è che in partenza il problema, se non esiste, non deve essere sollevato.

1) “I polimorfismi Poli-T nelle indagini genetiche in prima battuta non servono e creano solo confusione“, 01/06/07
2) ” Frequenza e significato dei polimorfismi Poli-T” , 19/05/06

 

G. Borgo


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