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7 Novembre 2007

Quando si attua diagnosi genetica prenatale senza consultazione genetica

Autore: Maria
Domanda

Sono incinta al quinto mese di gravidanza e ho appena ritirato i risultati dell’ amniocentesi.

La metodica utilizzata per la diagnosi molecolare di fibrosi cistica mediante la ricerca di 34 mutazioni è la seguente: estrazione del DNA, amplificazione genica (PCR), Oligonucleotide Ligation Assay (OLA) e sequenziamento automatico. Preciso che la scelta di effettuare la diagnosi molecolare di fibrosi cistica è stata effettuata in associazione con un altro test prenatale, senza che io e mio marito sapessimo di essere portatori del gene CFTR e pur non essendo a conoscenza di casi di fibrosi cistica in famiglia.

E’ risultato: “Presenza della mutazione Delta F 508 in eterozigosi nel gene della Fibrosi cistica – Genotipo IVS8 polyT: 7T/9T”.

Purtroppo il genetista non sarà disponibile prima di una decina di giorni e nel frattempo sono in preda allo sconforto. So che allo stato non è possibile escludere la possibilità che vi sia una mutazione non indagata (trattandosi di test di 1° livello) o sconosciuta.

Volevo, però, almeno sapere se il polimorfismo riscontrato (7T-9T) può dare comunque luogo allo sviluppo della FC pure ipotizzando l’assenza di una seconda mutazione rara o non ancora identificata e se sì, in quale forma oppure no (o se per rispondere a tale domanda occorra effettuare indagini più approfondite).

Più in generale, inoltre, quante probabilità statistiche vi sono che la mia bambina sia malata?

Grazie.

Risposta

Come abbiamo già scritto altre volte su questo sito, ci siamo dati come norma di questa rubrica di non dare risposte di consulenza genetica riguardanti diagnosi prenatali e risultati di test effettuati in gravidanze in corso. Le ragioni di questa norma pensiamo siano chiare: il genetista deve poter capire se l’informazione trasmessa è stata compresa, e chi è informato deve poter discutere dubbi, certezze, eventuali decisioni nei confronti della gravidanza. Perciò è indispensabile il colloquio diretto con un genetista, l’informazione scritta anche via web non può sostituirsi a questo colloquio. Il nostro suggerimento è di contattare altri servizi di Consulenza Genetica e di spiegare le ragioni della richiesta e la necessità di un appuntamento urgente (troverà indirizzo e numero di telefono di Centri pubblici su www.telethon.it/ informagene/centriconsulenza.asp)

Quello che possiamo ricordare sono nozioni di ordine generale che abbiamo più volte descritto in questo sito parlando delle varianti Poly-T ( si può vedere “Frequenza e significato dei Poly-T“, risposta del 19/05/06): delle varianti Poly-T (5T, 7T, 9T), solo il 5T e solo il 5T associato ad un’altra variante genetica (TGm uguale o maggiore di 12), è importante agli effetti del rischio di malattia FC. Inoltre è fondamentale distinguere fra il rischio di una diagnosi di malattia FC “classica” e rischio di “malattia FC atipica”, dal momento che i sintomi e l’aspettativa di vita delle due forme sono nel complesso notevolmente diversi (si può vedere “Forme diverse di FC“, risposta del 18/04/05 ).

Quello che oggi sappiamo è che in un certo numero di soggetti (per lo più di sesso maschile) che avevano una mutazione del gene CFTR su di un cromosoma numero 7 e la variante Poly-T 5T con TGm uguale o maggiore di 12 sull’altro cromosoma numero 7 sono state fatte diagnosi di forme “atipiche” di FC . Mentre la diagnosi di “FC classica” è dovuta alla presenza di due mutazioni del gene CFTR, una su ciascun cromosoma della coppia n.7.

Se nel feto viene identificata con un test di primo livello la presenza di una sola mutazione del gene CFTR, a quel punto sono di gran lunga maggiori le probabilità che questo corrisponda ad uno stato semplicemente di portatore sano piuttosto che di malato di una forma classica di FC; in linea di massima il rischio di presenza di un’altra mutazione e quindi di malattia FC classica è modesto, anche se non del tutto trascurabile. Ma la quantificazione di questo rischio può essere fornita in base ad alcuni elementi (accuratezza e compiutezza del test eseguito, regione di origine dei genitori e dei nonni, e così via) che il genetista sa valutare e che vanno esaminati e discussi nel corso del colloquio di consulenza genetica.

E’ anche bene che la coppia sappia che i possibili risultati del test genetico FC dovevano essere anticipati dal genetista o da chi è responsabile della diagnosi prenatale nel corso del colloquio prima dell’esecuzione dell’amniocentesi; che è scorretto e non indicativo di buona qualità di un Centro consegnare il risultato laboratoristico della diagnosi prenatale senza il commento del genetista, e senza che il responsabile del Centro offra la disponibilità di essere contattato nonostante le festività e i “ponti” che limitano l’accesso al Servizio.

G. Borgo


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